Reportage

Il processo di inserimento delle comunità straniere raccontate ed analizzate da chi le vive quotidianamente: Don Marco Lai.
Integrazione a Cagliari

La fine dei “Luoghi del nulla”

Lo sgombero del campo Rom sulla 554 ha aperto una nuova sfida nel processo d'integrazione di questa minoranza.
 

Il 2 luglio del 2012 è per certi versi una data storica per Cagliari. Con un'ordinanza del giugno dello stesso anno il comune sancisce la fine di quello che doveva essere un “campo sosta” provvisorio, e che invece era diventato permanente. Lì la Procura aveva accertato che tra le baracche venivano trattati scarti di ogni tipo e si era creata una pericolosa discarica abusiva. Un luogo inospitale sopratutto per i bambini e le donne incinte della stessa comunità Rom. Don Marco Lai e la Caritas diocesana hanno collaborato fin dal principio al progetto del Comune di Cagliari che prevedeva la risistemazione in alloggi sfitti dei membri della comunità sgomberata dalla 554. Un processo ancora in corso che prevede non solo la risistemazione fisica, ma anche il processo d'integrazione nella vita cittadina, in modo che queste persone possano trovare un loro posto nella comunità cagliaritana.

Innanzitutto abbiamo chiesto a Don Marco Lai di raccontarci chi siano i Rom, come sia andato il processo di smobilitazione e risistemazione; e sopratutto come abbia reagito il territorio.

La comunità Rom è un'etnia minoritaria non solo in Sardegna ma in tutta Europa, anche se nel complesso sono più di 15 milioni. Si tratta di un'etnia minoritaria europea, nel senso che non sono arrivati dal nulla:basti pensare che sono presenti in Italia fin dal 1500. A Cagliari nel 2012, quando la Procura sequestra il campo ed il Sindaco deve attuare un'ordinanza di sgombero, ecco che inizia un percorso innovativo che rispecchia finalmente le linee europee. Si è così cercato di superare i campi, luoghi del nulla, del silenzio per riemergere nella vita comune ed integrata.

Del resto il campo sulla 554 vicino a viale Monastir, nacque come un campo sosta. Di fatto poi per dieci o vent'anni vi hanno vissuto in maniera stanziale, per di più in una situazione di assistenzialismo. Nascendo come campo sosta, aveva tutta una serie di servizi a gestione comunale, il che ha fatto si che questa povera gente da autonomi che erano nella gestione della loro famiglia, la loro roulotte ecc. gli abbiamo inculcato un'idea assistenziale della vita: l'acqua la paga il comune, la corrente la paga il comune, l'asilo lo paga il comune, tutto ciò che non tengo bene lo paga il comune. Per cui sono stati vent'anni di perdita di tempo incredibile. Il progetto “Un nuovo abitare possibile” è del Comune di Cagliari, per cui noi come Caritas lo sosteniamo in via sussidiaria. Siamo al terzo anno, c'è ancora molta strada da fare e credo che sia importante da parte dell'amministrazione trovare soluzioni un po più stabili rispetto al nuovo abitare comune.

Nonostante la cattiva percezione italiana (e sarda) verso i Rom, secondo Don Lai, il processo d'integrazione, a parte qualche caso isolato all'inizio, sta proseguendo bene. Questi aspetti positivi lasciano quindi ben sperare per il futuro.

Il territorio ha reagito bene, a parte qualche momento di animosità dovuti sopratutto all'orgoglio dei territori di sentirsi informati. Ci son stati casi di cattiva informazione come quando qualcuno nel Comune di San Sperate mise dei manifesti che parlavano di invasione dei 150 Rom di Cagliari che sarebbero stati trasferiti tutti nel loro territori. In realtà si trattava solo di due famiglie trasferite una all'interno del paese ed una all'esterno. I Rom sono portatori di buone prassi, per esempio sono degli eccellenti operatori ecologici. Certo bisogna controllarli, vanno seguiti e certificati i loro percorsi e possono diventare la soluzione di tanto degrado ed inquinamento nel nostro territorio. Devono solo entrare nella filiera del riciclo

Dopo tre anni siamo al punto di un percorso importante, bello ed innovativo che segue le linee europee e che, sono convinto, andrà avanti fino al successo.

A questo proposito, nel mese di dicembre, ci saranno una serie di incontri organizzati dalla Caritas Diocesana di Cagliari che affronteranno il tema Rom su diversi livelli: giuridico, sanitario e sociale.