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Prefettura di Cagliari: accoglienza dei richiedenti asilo in Sardegna

26 agosto 2015, 07:58
La nota della Prefettura con i dati sull'arrivo dei migranti illustra come viene gestita la loro sistemazione nell'isola. Attualmente sono presenti 2.479 migranti ospitati in 61 strutture. La quota assegnata alla Sardegna è pari al 2.96% degli arrivi in Italia. Per chi vorrà rimanere in Sardegna, si stanno valutando e assumendo iniziative per favorirne l'integrazione.

Si fa riferimento alle sollecitazioni contenute in alcuni articoli e servizi di stampa degli ultimi giorni, mirate ad acquisire chiarimenti circa la gestione del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo in Sardegna.

Al riguardo, nell’ottica di una quanto più ampia trasparenza nei rapporti con l’opinione pubblica, si ritiene di fornire i seguenti chiarimenti, peraltro ribadendo notizie e informazioni, già in passato più volte rese note agli organi di stampa.

Com’è noto, l’emergenza riguardante i flussi migratori verso l’Italia ha acquisito maggiore consistenza a partire dal mese di giugno del 2014. Per fronteggiare il costante afflusso di migranti sulle coste italiane e, in particolare, della Sicilia, è stato condiviso, in Conferenza Stato-Regioni, un Piano Nazionale di distribuzione, per favorire una  equilibrata ripartizione degli stranieri su tutto il territorio del Paese. La Regione Sardegna contribuisce a tale Piano con una percentuale del 2,96%.
Nel corso del 2014 si sono registrati 2878 arrivi, mentre, nel corrente anno, sono giunti 3.670 stranieri.

Il numero dei migranti presenti presso le strutture temporanee di accoglienza nell’Isola risulta, ad oggi, pari a 2.479 migranti, ospitati presso le 61 strutture presenti in Regione. Nella provincia di Cagliari sono attualmente presenti, presso le 38 strutture attive, 1.032 migranti, esclusi i 331 eritrei ospitati alla Fiera, in parte già trasferiti in altri centri di accoglienza italiani, a seguito di scalo tecnico effettuato a Cagliari. Nelle restanti province i dati sono i seguenti: a Sassari, 854 presenze in 9 strutture; a Nuoro, 332 presenze in 7 strutture; ad Oristano 261 presenze in 7 strutture.

Tali dati hanno, ovviamente, natura dinamica, in quanto il turn over delle presenze presso i Centri dipende da numerosi fattori, quali la volontaria rinuncia all’accoglienza, la definizione delle procedure di competenza della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, i trasferimenti volontari presso altre strutture (i richiedenti asilo hanno libertà di circolazione), la revoca dell’accoglienza da parte delle Prefetture in caso di gravi violazioni commesse dagli ospiti dei centri.
Da sottolineare che, come più sopra specificato, i richiedenti asilo, se ritengono, possono lasciare volontariamente le strutture - perdendo, in questo caso, il diritto all’accoglienza – e partire  anche dalla Sardegna verso altre destinazioni dopo aver acquistato un titolo di viaggio. Rimane fermo il costante monitoraggio, da parte di tutte le Prefetture, delle presenze nei centri.

Per quanto attiene all’individuazione degli enti ed Associazioni incaricate della gestione delle strutture di accoglienza temporanea, tutte le Prefetture dell’Isola da tempo pubblicano specifici avvisi di invito a presentare manifestazioni di interesse che, per quanto riguarda questa Provincia, sono stati formulati secondo le linee guida fornite dal Ministero dell’Interno, che ha indicato anche i requisiti tecnici e di capacità che gli enti gestori devono possedere per partecipare alle suddette procedure di evidenza pubblica. I citati requisiti possono essere reperiti consultando il testo dei bandi di gara e degli avvisi di manifestazione di interesse pubblicati sul sito di questa Prefettura http://www.prefettura.it/cagliari, sul quale viene, inoltre, data notizia delle procedure avviate e, di volta in volta, dei relativi affidamenti e delle graduatorie finali, nel rispetto delle norme sulla trasparenza amministrativa (seguire il percorso “amministrazione trasparente, provvedimenti, provvedimenti dirigenti, bandi di gara e concorsi, pubblicazioni mensili a tendina”).

Appare superfluo ricordare che, così come accade per tutte le spese sostenute dallo Stato, viene sempre effettuata una pedissequa rendicontazione, soggetta alle conseguenti verifiche degli organi di controllo amministrativo-contabile e giurisdizionale dello Stato.

Ogni Prefettura effettua propri controlli sulla regolarità complessiva della gestione dei centri. Per quanto concerne, in particolare, questa Sede, si informa che è stata appositamente costituita una Commissione di vigilanza, composta da Prefettura, ASL, Forze di Polizia ed eventuali ulteriori enti la cui presenza sia ritenuta di volta in volta necessaria, con l’incarico di procedere alla verifica, compatibilmente con i restanti compiti istituzionali da svolgere, del rispetto degli obblighi contrattuali e delle norme poste a tutela dei diritti umanitari dei richiedenti asilo.
Si fa presente, al riguardo, che operano, altresì, diverse Commissioni internazionali di vigilanza, composte da enti sovranazionali e da organismi umanitari, che periodicamente effettuano visite nei centri di accoglienza e che, a Cagliari, non hanno al momento rilevato particolari criticità.

L’assegnazione dei migranti giunti in Sardegna segue un sistema oramai collaudato.
Come già accennato, all’Isola è attribuita una quota pari al 2,96% - individuata in base alla partecipazione della Sardegna al Fondo per le Politiche Sociali che, in ultima analisi, prevede l’erogazione di risorse in percentuale alla popolazione residente – che comporta una corrispondente assegnazione percentuale sul totale dei migranti giunti in Italia.
Il piano di riparto regionale, condiviso in sede di coordinamento con la Regione Sardegna e l’ANCI, prevede poi la suddivisione, con analogo criterio, dei richiedenti asilo tra le diverse province, con la distribuzione del 47,5% dei migranti in provincia di Cagliari, del 30,3% in provincia di Sassari, del 12,9% in provincia di Nuoro e del 9,3% in provincia di Oristano.
Ciascuna Prefettura, conseguentemente, in base ai posti disponibili nelle diverse strutture presenti in ogni provincia provvede alla distribuzione dei migranti scorrendo le graduatorie approvate, in base anche alla disponibilità, o meno, dei posti in ciascuna struttura.

Considerato il particolare isolamento geografico della Sardegna, le problematiche più rilevanti, già affrontate nelle riunioni del tavolo regionale di coordinamento, riguardano proprio la fase successiva alla prima accoglienza, più strettamente collegata alla necessità di prevedere percorsi di inclusione ed integrazione territoriale per coloro che, non inseriti nella rete SPRAR, hanno manifestato la volontà di rimanere nell’Isola o non hanno i mezzi per potersi allontanare dalla Sardegna.
In tal senso prosegue il già avviato rapporto di collaborazione con la Regione, allo scopo di promuovere anche progetti alternativi di integrazione sociale e lavorativa, soprattutto per i migranti che hanno manifestato l’intenzione di stabilirsi nell’Isola.
Da ricordare che, presso ciascuna Prefettura, opera un Consiglio territoriale per l’immigrazione, organismo che ha, appunto, come missione, quella di favorire l’integrazione degli stranieri regolarmente soggiornanti, fra i quali si annoverano anche i richiedenti asilo.
Il Consiglio di Cagliari ha, nella materia, recentemente approvato alcune importanti progettualità in fase di promozione, tra le quali sono da ricordare la realizzazione di una Guida ai servizi pubblici per gli stranieri, l’impiego, su base volontaria e con copertura assicurativa, dei richiedenti asilo in attività socialmente utili, nonché iniziative di orientamento al territorio, quali corsi di educazione civica, di lingua e di soccorso pubblico da offrire a titolo gratuito ai richiedenti asilo al fine di garantire momenti di formazione e informazione.
A tali progetti si aggiungono quelli Sprar attivati nell’Isola e, in particolare, a Villasimius, Quartu S. Elena e Cagliari. Sulla implementazione di tali progetti, di competenza degli enti locali (Comuni e Provincia), si è già discusso in sede di coordinamento regionale.

In conclusione, attesa la natura emergenziale da tempo assunta dal fenomeno, che, nell’ultimo triennio, ha fatto registrare un aumento esponenziale del flusso migratorio in Sardegna (nel 2013: 346 - nel 2014: 2878 - nel 2015: 3670 ad oggi), risulta allo stato impossibile stabilire il numero degli sbarchi che interesseranno l’Isola nei prossimi mesi, pur tenendo conto che, con l’arrivo della stagione autunnale e invernale, potrebbe assistersi ad un naturale decremento degli afflussi legato, come di consueto, alle più sfavorevoli condizioni climatiche. 

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