Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cappellacci: «Sull’eolico decidiamo noi»

Fonte: La Nuova Sardegna
4 marzo 2010

GIOVEDÌ, 04 MARZO 2010

Pagina 7 - Sardegna

La Giunta chiede lo stop alla costruzione di impianti per l’energia nel Golfo degli Angeli così come impone la legge 



Il deputato Pili: «C’è un conflitto tra istituzioni, si deve ricorrere alla Consulta»




ALFREDO FRANCHINI

CAGLIARI. La Capitaneria di porto avvia le procedure per l’avviamento d’un impianto eolico nel golfo di Cagliari ma lo stop è della Regione. «Siamo contrari», ha detto Cappellacci che ha ricordato come il posizionamento di linee elettriche in mare sia vietato dal Piano Casa.
«L’unico modo per scongiurare l’assalto dei «signori del vento» all’ambiente e al territorio della Sardegna è che la Regione diventi protagonista nella gestione dei parchi eolici», ha spiegato il governatore Ugo Cappellacci, che è intervenuto sulle polemiche che si stanno riaprendo a proposito dell’ipotesi di installazione di torri eoliche off-shore, in particolare, o meglio per ultime, nel golfo di Cagliari.
Polemiche che solo qualche mese fa - allora si riferivano a un mega progetto eolico da realizzare con una piattaforma in mare a S’Archittu, lungo la costa oristanese, avevano portato il Consiglio regionale a inserire nel cosiddetto piano casa il divieto per l’installazione delle «palafitte», un enorme colata di cemento in mare con le pale eoliche. E lo ha ricordato Ugo Cappellacci: «Il posizionamento di linee elettriche come quelle che dovrebbero essere realizzate per i parchi eolici è espressamente vietato all’articolo 13 della legge a sostegno dell’edilizia. Ribadisco un No forte a quei processi nei quali non siamo parte attiva. E dico No a quelle grandi aziende che ipotizzano di lucrare sulle energie rinnovabili sfruttando le risorse della nostra terra», ha concluso Cappellacci, «perché corriamo il rischio di vedere impoverito l’ambiente senza che i sardi ne traggano alcun vantaggio».
A giudizio del governatore, infatti, si dovrebbe partire da un’ottica rovesciata: «Lo sfruttamento dell’energia eolica deve essere gestito direttamente dalla Sardegna e sottratto dalle mani degli speculatori che mirano soltanto al loro arricchimento. Ipotizzo un processo di sviluppo energetico al servizio della crescita economica dell’isola attraverso un utilizzo razionale e sostenibile». In sostanza, Cappellacci che ieri è stato indicato come futuro presidente (dal 2012 al 2015) della commissione Ambiente, cambiamenti climatici e energia del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea, di cui attualmente è vicepresidente, ha dichiarato la netta contrarietà al proliferare di parchi eolici.
Per il deputato Pdl Mauro Pili, però, c’è un conflitto di attribuzioni con lo Stato che non può passare inosservato e che, al contrario, deve essere immediatamente sollevato davanti alla Corte costituzionale.
«Lo Stato, attraverso l’atto emesso dal capo del compartimento marittimo di Cagliari per l’avvio delle procedure autorizzative ha attivato una procedura unilaterale in palese contrasto con il principio di leale collaborazione tra Stato e Regione». Da qui, a giudizio di Mauro Pili, l’urgenza della Regione di ricorrere all’alta Corte.
«Va impugnata la procedura relativa alla subliminale assegnazione dello specchio d’acqua davanti al golfo di Cagliari», afferma Pili. «Con l’avvio di una procedura autorizzativa di un impianto eolico off shore su un bene «pubblico» come il mare, senza disporre di alcuna concessione demaniale, si potrebbe configurare un’automatica concessione delle stesse aree. Norme e giurisprudenza obbligano a un aprocedura concorsuale in regime di evidenza pubblica per assegnare un’area o un tratto di mare demaniale».
Secondo Mauro Pili, dunque, la Regione e i comuni che hanno certamente maggiori titoli rispetto ai privati dell’eolico, dovrebbero avanzare la richiesta di concessione demaniale ai fini della tutela ambientale, della valorizzazione naturalistica e paesaggistica degli specchi acquei relativi alla proprie coste. Anche perché, nel caso specifico, Mauro Pili afferma che «l’avviso pubblico di avvio della procedura a favore della Trevi Energy è lesivo delle competenze regionali concorrenti, costituzionalmente riuconosciute, sia delle norme di attuazione dello Statuto».