Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Pale eoliche, l’assalto al Golfo degli Angeli

Fonte: La Nuova Sardegna
3 marzo 2010

MERCOLEDÌ, 03 MARZO 2010

Pagina 4 - Sardegna



«Fermiamo subito i miliziani del vento», interrogazione urgente del deputato Mauro Pili




UMBERTO AIME

CAGLIARI. L’assalto è cominciato. I miliziani del vento per dirla con le parole del deputato Mauro Pili, sono partiti alla conquista del Golfo degli Angeli, con i loro tappeti di pale eoliche. Vogliono tutto: dalla spiaggia di Giorgino fino a Pula, in tutto sedici chilometri. Troppi, esagerati. La macchina da guerra degli off shore, tutt’altro che allegra, si è messa in moto martedì mattina. È stato quando la Capitaneria di porto ha pubblicato su un solo quotidiano sui tre regionali (chissà poi perché) l’annuncio che “sono state avviate le procedure per autorizzare l’installazione del primo impianto”. È quello della «Trevi Energy», sede sociale a Cesena, progetti anche in Puglia e Sicilia, che vuole tirar su, in mezzo al mare, a Giorgino e dintorni, trentatré torri, 120 metri ciascuna, su una superficie stimata intorno ai dieci milioni di metri quadrati. Letto l’annuncio, le reazioni sono state immediate e forti. «Siamo di fronte a un affronto politico e istituzionale senza precedenti», ha scritto il deputato del Pdl Mauro Pili, nell’interrogazione urgente presentata a tre ministri, all’ambiente, alle infrastrutture e ai beni culturali. «Non possiamo tollerare la presenza di questo mostro», ha rilanciato il consigliere regionale Chicco Porcu del Pd, in un comunicato che dice ancora: «Il blocco non può essere lasciato alla buona volontà delle sole amministrazioni comunali e dei comitati spontanei». Giusto, bisogna fare in fretta: i tempi per fermare l’assalto sono stretti. Entro la fine del mese, in Capitaneria, dovranno essere presentate per iscritto le “osservazioni ritenute opportune”, con l’avvertenza che “superato questo termine, non sarà accettato nessun reclamo e si darà corso alle pratiche relative alla concessione richiesta”. Se non è un ultimatum davvero poco ci manca. Ecco il perché dell’interrogazione urgente presentata da Mauro Pili: «Questo assalto sconsiderato all’ambiente - si legge - dev’essere bloccato sul nascere. Il governo deve revocare immediatamente le procedure e impedire ai miliziani del vento di violare le più elementari norme di tutela ambientale, naturalistica, culturale e archeologica concentrate sul quel tratto di mare». Mauro Pili non ha dubbi: «Qui non siamo di fronte soltanto a un gravissimo schiaffo istituzionale, ma al brutale tentativo di deturpare la Sardegna, sfruttando a piene mani gli incentivi previsti dal piano eolico nazionale». La conquista del mare dev’essere respinta, i miliziani del vento vanno messi a tacere, sono le altre parole forti pronunciate dal deputato del Pdl, che nei mesi scorsi aveva già denunciato l’invasione e sollecitato l’intervento del presidente del Consiglio e dei ministri. «Adesso - dice ancora Pili - dobbiamo fermare quanti credono che la Sardegna e il suo mare siano luoghi di conquista». Sarà una difesa a oltranza, oggi è bi-partisan. Il progetto della «Trevi Energy» dev’essere bloccato dalla Regione, scrive in un comunicato il consigliere regionale del Pd, Chicco Porcu: «Ha tutti gli strumenti per intervenire visto che il Consiglio ha già fatto la propria parte, dichiarando con una legge il mar di Sardegna bene paesaggistico. La Regione può opporsi anche sul piano giudiziario, rivendicando le proprie competenze, come ribadito l’anno scorso dalla Corte Costituzionale nell’affermare che, in caso di dissenso da parte dei comuni, a decidere devono essere le Regioni».
Reazioni dure e secche da qualunque parte provengano. «Non può essere altrimenti - dice Pili - certe provocazioni sono inaccettabili. Nessuno può permettere che questi signorotti del vento vadano avanti nella loro conquista forsennata e dissennata del Golfo degli Angeli». Sì, è un’invasione: sono addirittura cinque, compreso quello della «Trevi Energy», i progetti presentati in Capitaneria e anche per gli altri le procedure stanno per essere avviate. «Fermiamoli», è l’appello.