Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sfida per la fiera del Mediterraneo

Fonte: La Nuova Sardegna
1 marzo 2010

SABATO, 27 FEBBRAIO 2010

Pagina 1 - Cagliari



Multifunzionale, aperta al mare, motore di sviluppo per l’intera isola



CONCORSO DI IDEE Ieri la presentazione dei progetti e tavola rotonda «L’infrastruttura deve essere di portata regionale»

ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Dalla fiera del futuro al mare si potrà arrivare a piedi, in barca, passando sopra o sotto l’asse mediano. Ma è sicuro che i cancelli si dovranno aprire perché potrebbe diventare la fiera più importante del Mediterraneo, come diceva ieri il viceministro Adolfo Urso.
L’occasione è stata la presentazione dei progetti vincitori e menzionati al concorso di idee bandito dall’ente Fiera presieduto da Gianni Biggio per riqualificare uno spazio altrimenti destinato a morire proprio nel momento in cui la Sardegna torna a essere al centro di un Mediterraneo guardato con interesse per un motivo vecchio come il canale di Suez. Il mare nostro è infatti la via più breve fra l’Europa, l’Atlantico e le «nuove Indie», come l’ha chiamata il sottosegretario per lo sviluppo economico Adolfo Urso che ha concluso la mostra-dibattito al palazzo dei congressi. Per vivere e prosperare la Fiera deve cambiare. Il modo è stato affacciato ieri prima coi progetti di architetti e ingegneri e poi con le analisi degli esperti chiamati alla tavola rotonda e coordinati dal vicedirettore del Tg1 Renato Sangiuliano. La fiera deve cambiare aspetto, funzione, organizzazione, prospettiva, scenario di riferimento. Il sottosegretario Urso ha spiegato che l’Italia è seconda in Europa solo alla Germania come «capacità fieristica», Milano domina attraverso uno spazio costruito con un impegno tale che ha permesso un miracolo mai visto dalle nostre parti: i lavori (questo particolare lo ha ricordato Giancarlo Carnelli project manager bancario) dovevano essere conclusi il primo marzo del 2005 e così è stato. Poi c’è Rimini e brillano nelle loro specializzazioni Verona e Bologna. Il Mediterraneo meridionale è una sponda immensa ed ecco che Cagliari e la Sardegna mostrano una posizione magica da cui si può partire alla conquista di grandi possibilità commerciali, imprenditoriali, culturali e tecnologiche. Dunque la vecchia fiera col tamburino di Tavolara deve cambiare pelle scoprendo il mondo esterno attraverso il mare, naturalmente facendosi carico dei nuovi bisogni della città e, soprattutto, del ruolo di motore dello sviluppo economico e sociale dell’isola. Ieri nella tavola rotonda si è scoperto che finalmente l’incontro col mare può avvenire: dall’anno prossimo (ha spiegato il direttore generale Antonio Conti) tutto quello che l’autorità portuale ha messo in moto col piano regolatore e con le norme innovative a proposito di compatibilità ambientale daranno certezza di risposta a tutte le richieste di apertura che arriveranno dalla Fiera. L’architetto Cesare Casati, direttore della rivista «L’Arca», ha ricordato una verità sotto gli occhi degli operatori: oggi le fiere non esistono più, al loro posto ci sono infrastrutture non soltanto commerciali, lavorano 24 ore al giorno e le attività sono numerose e varie. I due progetti vincitori ex aequo sono di Eduard Mijic di Rimini (è il capogruppo, con lui hanno lavorato sei colleghi) e dello Studio professionisti associati srl (senior Aldo Vanini di Cagliari). Il primo: tre fabbricati per le esposizioni «molto ben razionalizzate», un parcheggio per 1.400 posti, davanti al mare spazi per eventi artistici, zona verde e una nuova darsena di fronte all’edificio Sali Scelti, per arrivare al mare un ponte sull’asse mediano. Il progetto dello studio associato di Cagliari: un unico edificio su due piani per le esposizioni, parcheggio interrato, accesso al mare sul marciapiede di un canale che comincia in piazza Marco Polo e sbocca a Su Siccu. L’asse mediano non è più una barriera ma la strada che porta alla Fiera e al mare attraverso vari svincoli organizzati.
Con quali soldi si realizzerà il progetto alla fine scelto? Antonio Tilocca, Sfirs: «Non si deve commettere l’errore di considerare questa una struttura solo cagliaritana. Se diventa un’infrastruttura regionale le risorse si trovano». Finanziabilità e bancabilità secondo Carnelli diventano possibili se c’è una seria organizzazione dei vari momenti: chi attua deve avere un project management che segue la realizzazione; la realizzazione deve essere affidata a un general contractor che si assume ogni responsabilità; la multifunzionalità attira la finanziabilità, la fiera da sola no. Il presidente degli industriali Alberto Scanu: «Nessuno deve fermare questi progetti, che hanno un grande valore industriale, i privati vanno coinvolti, un grande tema da non trascurare quando si parla di sviluppo della fiera e dei grandi eventi da tenere qui è lo stadio». Il senatore Pier Giorgio Massidda ha annunciato il suo impegno per sostenere lo sviluppo della Fiera, il coordinatore regionale dei Riformisti, Massimo Fantola, ha sottolineato la necessità di confrontarsi col Mediterraneo nella scala dell’area vasta. Sulla collocazione della Fiera (lì o altrove), l’assessore regionale alla Cultura, Lucia Baire, ha ricordato il sondaggio fatto in Fiera nel maggio 2008: la maggior parte (e neppure un terzo era di Cagliari città) ha detto che la Fiera va bene dov’è.