Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Centri d'arte, stop dalla burocrazia

Fonte: L'Unione Sarda
22 febbraio 2010

Il caso. Restano ancora in attesa dei nuovi gestori i nove spazi culturali della città

Il bando per l'assegnazione bloccato dalla Finanziaria

Una norma regionale vuole tutelare i posti di lavoro esistenti. Ma la stessa tutela dovrebbe esistere anche nel bando del Comune.
Le manifestazioni d'interesse ci sono, gli spazi da assegnare pure. Però, almeno per il momento, i nove centri culturali cittadini rischiano di non vedere i loro nuovi padroni. Si dovrà ancora attendere per scoprire chi, tra i cinquantadue pretendenti, dell'ExMà, del Ghetto, del Lazzaretto, del Castello di San Michele, della Vetreria, del Palazzo di città, della Passeggiata coperta, del Sottopiano del palazzo civico e del Teatro di Castello, otterrà la gestione per i prossimi cinque anni.
LO STOP Tutta colpa di quei cortocircuiti che soltanto la burocrazia riesce a creare. In teoria, il percorso sarebbe dovuto essere (relativamente) semplice: ricevute le manifestazioni d'interesse, il Comune avrebbe dovuto realizzare il bando per l'assegnazione degli spazi. Erano stati fissati anche i tempi: le società interessate avrebbero dovuto conoscere le condizioni richieste a metà gennaio. Ma, a dicembre, lo stop, arrivato da un'altra amministrazione, la Regione.
LA FINANZIARIA Tra le tante norme presenti nella Finanziaria anche una relativa ai centri culturali: secondo la Regione, i rapporti in essere dovevano essere prorogati di un anno. Grazie a questa norma, il consorzio Camù, per fare un esempio, può continuare a gestire sino alla fine del 2010 l'ExMà, il Ghetto e il Lazzaretto. Ovvio che, davanti a una novità del genere, in Comune si è bloccato tutto: se si fosse proceduto con l'iter burocratico, si sarebbe, poi, arrivati all'assegnazione degli spazi ai nuovi concessionari. E i vecchi, quelli tutelati dalla norma regionale, avrebbero potuto tranquillamente presentare ricorso, avendo ottime possibilità di vincere.
L'INTOPPO Storie di ordinaria follia (burocratica). Anche perché il motivo della norma regionale è legato al mantenimento dei posti di lavoro. Un problema che non si sarebbe posto se nel capitolato del bando comunale ci fosse stata una norma dello stesso tenore. In pratica, i nuovi concessionari avrebbero dovuto mantenere il posto di lavoro agli addetti attualmente occupati. Come uscire dall'impasse? Già da oltre un mese, sono in corso febbrili trattative tra Comune e Regione: l'amministrazione cittadina sta cercando di ottenere una sorta di interpretazione autentica da parte della Regione. In pratica, vorrebbe avere un documento che spieghi la ratio della norma, in modo da poter proseguire con l'iter burocratico per l'assegnazione degli spazi. Chissà se i buoni propositi troveranno un riscontro nella realtà.
MARCELLO COCCO

22/02/2010