Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Senza concertazione l’accordo non si farà»

Fonte: La Nuova Sardegna
28 aprile 2008

CAGLIARI. Dell’accordo di programma per il Bètile, Sant’Elia, il campus universitario di viale La Plaia si conoscono gli argomenti e nient’altro. Due giorni fa il consiglio comunale non ha ratificato l’accordo. Stamani l’opposizione tiene una conferenza stampa per spiegare. Subito dopo la bocciatura sindaco e assessore all’urbanistica si sono affrettati a dire: l’accordo non viene ratificato, ma tutte le opere previste si faranno. Probabilmente è arrivata l’ora di chiarire qualcosa, perché chiunque, ormai, sul vistoso tema può affermare tutto e il suo contrario. E’ nell’interesse davvero di ciascuna parte. Se le spiegazioni non giungeranno si potrà pensare che Soru «spara» grosso tanto poi gli interessa soltanto il Bétile e infatti per quello ha trovato i soldi del programma per i festeggiamenti dell’unità d’Italia. Si potrà pensare che il sindaco Floris ha firmato perché nessun primo cittadino avrebbe potuto dire no a quel castello di argomenti. Ma la sua maggioranza l’ha sgridato perché non si fanno favori a Soru e alla prima occasione (un avviso di garanzia per due funzionari del comune su tutt’altra materia) ha espresso ferma opposizione contro l’arroganza della Regione ecc. L’accordo di programma galleggia alto e così com’è stato trattato sul piano dell’informazione (zero dalle fonti ufficiali, quelle che sanno) è ancorato soltanto ai sogni o alle parole in libertà. Tre settimane fa Cgil, Cisl e Uil scrissero una lettera per lamentare una serie di cose, ieri ne hanno elaborata un’altra definendo se stessi «facili profeti». Infatti nella precedente lettera le segreterie cittadine dicevano: bene a un accordo tra istituzioni di tale portata, ma come si fa a immaginare di dare gambe alle tante enormi iniziative indicate nell’accordo senza uno straccio di concertazione fuori dalla stanza in cui il documento è stato firmato. La prima folata di vento si porta via qualunque pezzo di carta, anche se c’è scritta tanta roba. E così ieri Cgil, Cisl e Uil, nelle persone dei segretari generali Enzo Costa, Fabrizio Carta e Rinaldo Mereu hanno dovuto constatare: «L’accordo di vertice non ha retto alle contrapposizioni politiche, proprio perché privo del corollario di un consenso ampio nella società civile. L’appello che avevamo lanciato è caduto nel vuoto e ora si corre il rischio che vadano perduti progetti, investimenti, risorse, possibilità di sviluppo e di occupazione a causa di beghe e contrapposizioni. Cagliari e la sua provincia - continuano Costa, Carta e Mereu - vivono un momento non facile: la disoccupazione reale non accenna a diminuire, i tassi di occupazione femminile sono nettamente al di sotto delle medie regionali e nazionale, il tasso di attività resta stazionario, quando non diminuisce lo scoraggiamento nel cercare lavoro si insinua in strati di popolazione sempre più ampi, la povertà morde più che altrove, essendo Cagliari una città metropolitana, lo stesso porto canale che aveva rappresentato, fino a pochi mesi fa, una grande opportunità di sviluppo e occupazione, langue e rischia la chiusura». La lettera si chiude con un appello alle istituzioni per uno sforzo di responsabilità «affinché quelle opere, se realizzate, possono dare un forte contributo alla lotta alla disoccupazione e alla povertà che attanagliano la città e la provincia». Il sindacato «che rappresenta migliaia di lavoratori, pensionati, disoccupati, ribadisce naturalmente la sua disponibilità a essere coinvolto in maniera seria. I tempi sono strettissimi ma bisogna cogliere al volo queste opportunità, se vogliamo consegnare al futuro una città e una qualità di vita dei suoi cittadini, migliore». Gli ambientalisti di Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra si chiedono cos’avesse in mente il sindaco quando firmava un accordo che oggi viene definito largamente carente di previsioni progettuali e nelle valutazioni preventive. Inoltre, gli ambientalisti nella lettera di commento sull’accordo sottolineano che le poche informazioni trapelate sulle opere da realizzare dimostrano importanti carenze sul tema per esempio della gestione economica di un grande museo come il Bétile e non si spiega granché sulla sorte degli abitanti durante i lavori nei palazzoni di Sant’Elia. Tante domande anche sugli altri punti dell’elenco, divulgato in modo spicciolo senza adeguati approfondimenti. Il documento si chiede infine con semplicità perché non si tengono aperte ogni giorno dell’anno i tanti monumenti tenuti sotto chiave dalle amministrazioni locale.