Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Alla Marina arriva la moschea-bis

Fonte: L'Unione Sarda
19 febbraio 2010

Immigrazione. Via libera dall'assessorato alle Politiche sociali del Comune che darà anche un contributo per l'affitto

L'imam: «Sarà un centro studi per tutte le religioni»

Golam Kibria, bengalese, spiega il suo progetto: «Faremo un centro dove si potranno approfondire tutte le religioni dell'est asiatico».
Ufficialmente sarà un «Centro studi per le religioni del mondo», una biblioteca dove si potranno approfondire i temi delle fedi islamiche, sikh, buddiste, induiste e di ogni confessione radicata in Africa e nelle regioni dell'Asia sud orientale. In pratica però, il centro - vista la maggioranza musulmana tra gli immigrati non cristiani che vivono nel capoluogo - potrebbe diventare la nuova moschea di Cagliari.
IL CENTRO Il locale è già stato individuato: un piano terra in via Barcellona, tra i civici 48 e 52, due appartamenti comunicanti tra loro in una palazzina a due passi dall'incrocio con via Sicilia, nel cuore multientico della Marina. Centocinquanta metri quadri da riattare, vicini alla moschea di via del Collegio, che l'imam Golam Kibria, nato in Bangladesh quarantasei anni fa e arrivato in città nel 1997, ha approvato la settimana scorsa. «È l'ideale per il progetto che abbiamo. Non sarà una moschea vera e propria: certo, si pregherà, ma troveranno spazio tutte le religioni. Dall'islam agli hare krishna», dice affilandosi il lungo pizzetto grigio. Il motivo non fa una piega: «Ho visto che c'è tanta ignoranza in questa materia, vorrei creare un posto dove si studia il Corano, chi era il profeta Maometto, Buddha, e approfondire le figure di ogni dio di qualsiasi religione».
LA TRATTATIVA Prima però dovrà andare a buon fine la trattativa con il proprietari del locale, cioè l'arciconfraternita della Vergine d'Itria, che possiede anche la chiesa di Sant'Antonio, in via Manno. Per ora, nonostante la comunità bengalese fosse pronta a dare un acconto di un migliaio di euro per concludere l'affare, il contratto non è ancora stato firmato. A bloccare tutto è stata la grande differenza tra domanda e offerta del canone d'affitto: 500 euro al mese messi sul piatto da Kibria, 1500 chiesti da Giorgio Camba, presidente dell'arciconfraternita. «Non abbiamo nessun preconcetto», precisa Camba, «la nostra confraternita si occupa di culto e carità. I soldi dell'affitto serviranno proprio per beneficenza». Adesso si tratterà di aspettare un'altra offerta, che potrebbe arrivare nei prossimi giorni, anche se Kibria spiega che «stiamo visitando altri locali, sempre in via Barcellona e nelle vicinanze».
L'imam si è incontrato anche con l'assessore alle Politiche sociali del Comune Anselmo Piras, che ha già dato un primo assenso all'operazione: «L'integrazione per noi si fa così. La comunità del Bangladesh e le altre sono gradite ospiti della Marina».
IL CONTRIBUTO Verrà costituita un'associazione che potrà ricevere i contributi dal Municipio, come tutte le altre. Anche se il Centro studi diventerà con tutta probabilità una moschea-bis. «Noi daremo il nostro contributo economico alla nascita del Centro, poi non possiamo certo impedire che le persone preghino all'interno», aggiunge il dirigente comunale dell'area servizi al cittadino Ada Lai. Al momento non c'è ancora nessun documento che autorizzi il finanziamento, perché ancora non è stato individuato con certezza il locale che ospiterà il centro-moschea. Ma il contributo non dovrebbe superare i 6.000 euro all'anno.
MICHELE RUFFI

19/02/2010