MERCOLEDÌ, 17 FEBBRAIO 2010
Pagina 7 - Sardegna
Oggi mozione del Centrosinistra. Zuncheddu smentisce: «Non c’è nessuna trattativa»
Sanna (Pd) ex responsabile dell’Urbanistica: «Contestiamo il metodo, servono trasparenza e gare pubbliche»
ALFREDO FRANCHINI
CAGLIARI. Politica e mattone, un binomio indissolubile in Sardegna. Stamani l’opposizione di Centrosinistra presenterà una mozione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta di annullare la delibera con cui si dà il via libera alla realizzazione di un «polo uffici» a Cagliari. E, in previsione di nuovi acquisti di immobili, (per un totale di almeno 125 milioni di euro), mentre la crisi economica avanza, i ventisette autori della mozione, (i primi firmatari sono Mario Bruno, Luciano Uras, Adriano Salis e Ben Amara), chiedono la convocazione straordinaria del Consiglio regionale proprio per discutere di politica e affari.
Al centro della polemica c’è il provvedimento della Giunta Cappellacci, adottato due giorni prima dell’ultimo Capodanno e perciò passato un po’ inosservato, che punta ad accorpare tutti gli uffici della Regione a Cagliari lungo la direttrice Viale Trieste-viale Trento e via Santa Gilla a ridosso delle ferrovie. La zona in cui sta costruendo l’imprenditore Zuncheddu, editore del quotidiano l’Unione Sarda e di Videolina. Ieri sera, attraverso l’Ansa, è arrivata la smentita dell’editore costruttore, titolare del gruppo ImmobiliarEuropea. «Le notizie», è detto in un comunicato firmato da Sergio Zuncheddu, «sono false non essendo in corso (e non essendoci mai stata) alcuna trattativa privata di siffatto genere». Da qui l’annuncio da parte di Zuncheddu di possibili querele e la nomina - ha fatto sapere l’editore - di un avvocato «per la miglior tutela di ogni ragione e diritto».
Gian Valerio Sanna, assessore all’Urbanistica nella Giunta Soru, non si scompone: «A noi interessa il fatto politico. La Giunta in carica ha cancellato il piano predisposto nella legislatura precedente riportando in vita le precedenti determinazioni assunte nel 1999, nel 2003 e nel 2004. Nella nostra mozione Zuncheddu non è nominato perché per noi si devono annullare gli atti presi alla fine dello scorso dicembre e procedere con le gare pubbliche. Se poi Zuncheddu non è più interessato a vendere, lo dica».
La strategia. La delibera del 29 dicembre indica tre grandi linee: 1)l’impiego di un nuovo stabile in via Battisti i cui lavori, finanziati con 13,5 mln di euro nel 2004, sono stati appena completati; 2) l’acquisizione di nuovi immobili delle società Tepor e Ienove nell’area dell’ex cementeria, dove Immobiliare Europea di Zuncheddu sta completando il complesso residenziale «Piazza Santa Gilla» destinato a ospitare le nuove sedi del gruppo editoriale; 3) la costruzione di nuovi uffici nell’area dell’ex Caserma Trieste di proprietà della Regione. Per fare questo è stata annullata la decisione che prese la Giunta Soru di trasferire nell’edificio di via Battisti le sedi degli assessorati all’Agricoltura, Lavoro, Turismo e Industria, i cui lavori aggiuntivi sono stati completati alla fine dell’anno scorso. «Gli studi effettuati», si legge nella delibera che cancella quella della Giunta Soru dell’ottobre 2007, «hanno evidenziato che gli spazi assegnati non erano e non sono oggettivamente compatibili con l’attuale dotazione organica delle strutture assessoriali interessate». Per il governo della Regione, infatti, in Via Battisti potrebbe trovare spazio solo l’assessorato al Lavoro e quello dei Trasporti.
L’assessore. Nella delibera di dicembre si legge che l’assessore agli Enti locali, Gabriele Asunis, suggerisce di avviare subito i contatti con le due società che dispongono di immobili sorti nell’area dell’ex cementeria Sardegna, con una volumetria stimata nell’offerta del 2004 di oltre 113 milioni di metri cubi e in via Posada (30.000 metri cubi). Per coprire fino al 50% l’eventuale controvalore dei nuovi immobili in sede di trattativa con le due società, la delibera propone di identificare cespiti dismissibili nel patrimonio immobiliare della Regione come contropartita in sede di trattativa. I valori di mercato dei beni oggetto di cessione saranno poi valutati da una commissione tecnica. La mancanza di spazi è una tesi che la mozione del Centrosinistra intende confutare: «Lo standard attuale è pari o superiore ai 32 metri quadri per dipendente della Regione, ovvero dal 35 all’85 per cento superiore ai valori indicati in un decreto ministeriale per la Pubblica amministrazione». Come dire: attualmente i dipendenti non hanno grandi problemi di spazi.
La decisione della Giunta Cappellacci è stata contestata anche dal gruppo del Pd al Comune di Cagliari. Nel mirino il rapporto definito «malato» fra una parte dell’imprenditoria «quella più legata al mattone» e una certa politica, «un rapporto che arriva da lontano», si legge nel documento, «e sta consolidando sodalizi trasversali che bloccano qualunque dinamismo economico e sociale».
Torri di Monreale. Il Pd, in sostanza, fa notare che non è la prima volta che a Cagliari vengano costruiti dei palazzoni con lo scopo di venderli alla Regione per l’accentramento di uffici: «Per il primo precedente si deve risalire agli inizi degli anni Ottanta quando vennero concepite le torri di Monreale. Tutte colorate, secondo l’intuizione di un architetto polacco, da destinare, nelle intenzioni, una per ogni assessorato». Le cose andarono, poi, diversamente: due Torri vennero utilizzate dall’ex Sip mentre tre enormi scheletri di cemento armato non videro mai la fine e sono ancora lì, incompiute e invendute.