Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Gli enti locali: manovra inaccettabile

Fonte: La Nuova Sardegna
18 giugno 2008

MERCOLEDÌ, 18 GIUGNO 2008

Pagina 17 - Attualità

Il ministro Fitto conciliante promette che non ci saranno atti di forza da parte del governo



Per Leonardo Domenici è eccessivo il peso scaricato sui Comuni



Le Comunità montane tentano un ultimo affondo per cercare di scongiurare l’eliminazione


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ROMA. La battaglia delle Province decapitate dalle Aree Metropolitane, delle Comunità montane fagocitate da Regioni e Comuni, dei Comuni chiamati a ripianare il deficit dello Stato.
Sono gli enti locali che devono fornire la polpa delle risorse della manovra che il governo si appresta a varare oggi: 3,4 miliardi nel 2009, più uno di risparmi nella sanità. E nel 2010 i soldi che dovranno venire da Regioni, Comuni e Province sono anche di più, 5 miliardi e passa.
In cambio, all’orizzonte, c’è il federalismo fiscale, quello di cui si parlerà in una sezione di bilancio ad hoc che il governo vuole mettere in pratica a settembre.
Per ora è la battaglia delle amministrazioni locali contro lo Stato, una lotta per la sopravvivenza. «E’ improprio che i Comuni partecipino al ripiano del disavanzo, e comunque se ciò deve avvenire deve essere in modo compatibile con le proprie capacità e, soprattutto, con i servizi da erogare». Chi parla non è un sindaco «rosso», ma Letizia Moratti, primo cittadino di Milano.
«Il peso della manovra sui Comuni - dice Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell’Anci - è eccessivo e non basato su criteri condivisibili». E c’è dell’altro: «Servono risposte più precise sulla nascita delle città metropolitane, sull’ipotesi di abolizione delle Comunità montane, sull’intervento a sostegno di Roma. Il ministro Fitto ci ha detto che ne sta discutendo in queste ore».
Il ministro degli Affari Regionali, Raffaele Fitto, è il grande mediatore. Stamani ci sarà un nuovo incontro fra Regioni, enti locali e governo. «Avremo una posizione più chiara - dice il ministro - e la condivideremo con Regioni e autonomie». Nessun atto di forza, promette l’ex presidente della Puglia. «Credo che non si possa fare bricolage istituzionale», dice Mercedes Bresso, presidente del Piemonte. «Il piano prospettato dal governo - dice Errani, presidente dei presidenti di Regione - è inaccettabile».
Fitto media e non solo lui. Al presidente dell’Unione delle Province, Melilli, il sottosegretario all’Interno, Michelino Davico, fa capire che ci sono «i margini d’accordo per arrivare a un disegno di legge organico, collegato alla Finanziaria, per la riforma delle autonomie locali». Scettico in proposito Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma: «La percezione è che da parte del governo ci sia un momento di stallo e, forse, di confusione».
Quasi accorato l’appello che viene dal presidente dell’Unione delle comunità montane, enti che la Finanziaria 2009 cancellerà completamente.
«Il governo ci consenta di continuare un’opera prevista dall’articolo 44 della Costituzione - dice Enrico Borghi, presidente Uncem - prendiamo atto che il problema rappresenta uno dei nodi politici ancora aperti nel governo». Un filo di speranza c’è, dunque. Altrimenti si andrà avanti con il passaggio di personale e mezzi delle Comunità montane ai Comuni e alle Regioni. Che le cose siano critiche lo dice anche il sindacato: «Se la manovra è quella che riportano i giornali - dice Michele Gentile, Cgil - saremo di fronte a qualcosa di inaudito, a qualcosa che stravolge l’assetto dei servizi pubblici».
Oggi incontro fra parti sociali e governo, il ministro del Welfare, Sacconi, è ottimista: «Se non ci sono pregiudizi, condividere la manovra sarà agevole». (a.ce.)