Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cualbu rilancia la sfida a Soru

Fonte: La Nuova Sardegna
15 febbraio 2010

SABATO, 13 FEBBRAIO 2010

Pagina 1 - Cagliari



Il suo legale: «Accettiamo l’archiviazione ma chiederemo i danni alla Regione»




MAURO LISSIA

CAGLIARI. Il caso Tuvixeddu si chiude con un solo indagato, l’ex sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni. Valutate le carte processuali l’avvocato Agostinangelo Marras, che nell’inchiesta difende dall’accusa di corruzione il costruttore Gualtiero Cualbu, ha stabilito che «non ci sono le condizioni per poter formulare l’istanza di opposizione alla richiesta di archiviazione» depositata dal pubblico ministero Daniele Caria. Sarà quindi il gip Roberto Cau a stabilire, senza fissare una nuova udienza di contradditorio, se Cualbu, Renato Soru, Carlo Mannoni, Donatella Salvi e Valentina Santoni devono essere prosciolti dalle accuse come ha chiesto la Procura dopo «un’inchiesta - ha detto l’avvocato Marras - che non ha tralasciato alcun punto e che ha raggiunto conclusioni corrette».
Il legale ha annunciato la decisione in un incontro coi cronisti al T-Hotel, proprietà della Minoter del gruppo Cualbu. Non c’era l’imprenditore («ha delegato me, trattandosi di una questione penale» ha spiegato Marras) e il dialogo si è svolto su canali soft. Ma l’impressione è che la battaglia sul fronte giudiziario fra l’imprenditore e i nemici pubblici del suo progetto di edificazione sul colle dei Punici sia tutt’altro che conclusa: «Resta in piedi la richiesta di indennizzo avanzata in sede civile - ha spiegato il legale - ed è chiaro che dei danni arrecati al gruppo Cualbu saranno chiamati a rispondere sia la Regione che i singoli, nessuno escluso». Marras non ha fatto nomi. Difficile però non pensare che la cartolina - in questo caso una raccomandata per atti giudiziari - sia indirizzata a Renato Soru e Carlo Mannoni: sono stati loro, con imposizioni nuovi di vincoli, ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, a rallentare l’avanzata del cemento su Tuvixeddu («tutti i ricorsi della Regione ai giudici amministrativi sono stati respinti») e la determinazione manifestata nella battaglia legale è stata da una parte contrastata dall’imprenditore di Fonni, dall’altra appoggiata da associazioni ambientaliste, intellettuali e archeologi per poi approdare al riconoscimento finale, tributato dal pubblico ministero Daniele Caria: «Soru - ha scritto il magistrato nella richiesta di archiviazione del procedimento penale - ha agito soltanto a tutela dell’interesse pubblico». Quindi non per se stesso o per favorire qualcuno. Al contrario per restituire all’uso pubblico un sito storico-culturale minacciato da una valanga di mattoni. Su quest’aspetto della vicenda l’avvocato Marras ha usato parole prudenti, ma il messaggio è arrivato lo stesso: «E’ vero che c’è questo riconoscimento da parte della Procura, ma è certo anche, come risulta dagli atti, che Soru ha incaricato personalmente l’architetto paesaggista Gilles Clement di elaborare un progetto alternativo per Tuvixeddu, poi presentato ufficialmente dal governatore al Festarch di giugno 2007». Ancora: «Una delibera della giunta datata 9 maggio 2007 prevedeva il pagamento di 150 mila euro al professionista, così come era stato chiesto da Clement in una nota acquisita agli atti del procedimento». Una cifra «fuori dalla soglia dell’affidamento senza gara» che «soltanto per il veto posto dagli uffici regionali non è stata poi versata a Clement». Come dire che il tentativo di aggirare le norme - ha lasciato intendere l’avvocato Marras - è stato fatto. Quindi i due esposti presentati a marzo e a novembre del 2007 dal legale di Cualbu non erano campati per aria. Poi è finita come si sa: Clement ha incassato 50 mila euro arrivati dal Banco di Sardegna e il suo progetto è finito a ingiallire nei cassetti dell’assessorato alla cultura. Ma dalle casse della Regione non è uscito un soldo, quindi non c’è stato abuso d’ufficio. Fine delle trasmissioni? Tutt’altro: sulle vicende di Tuvixeddu si dovrà scrivere ancora e su ogni fronte giudiziario.