Giorgino. Oggi inizia l'abbattimento dell'edificio. Trovata una casa per tutti i senegalesi
Dopo lo sgombero già smaltite tre tonnellate di Eternit
Entro oggi dovrebbe essere trovata una sistemazione per tutti i 15 immigrati che hanno passato la notte in hotel.
Il magazzino al piano terra dell'Edem sarda è un piccolo suk dei ricambi auto: dal fango spuntano prima motori e assi di distribuzione, poi un'intera Audi 80. Rigorosamente a pezzi: una portiera destra, un cofano verde sbiadito, due cristalli con tanto di guarnizione, la gommapiuma mangiata dei sedili. I senegalesi non buttano nulla: in due giorni hanno portato fuori tonnellate di rottami, che i volontari della Caritas hanno trasportato nelle nuove abitazioni. Nella fabbrica, sgomberata mercoledì notte con 12 ore di anticipo rispetto all'ordinanza del sindaco Emilio Floris, ieri sono cominciate le operazioni di bonifica. Gli operai della L.A.I., una ditta specializzata nello smaltimento dell'amianto, hanno iniziato dal tetto: sulla terrazza che guarda da vicino le gru del porto canale, affacciata sul Golfo di Cagliari e sui monti di Capoterra, c'erano quasi due tonnellate di Eternit. Lastre di copertura, canne fumarie, vecchi bidoni di riserva idrica. Un'altra tonnellata è stata ricavata dai magazzini esterni, e all'appello mancano ancora i capannoni e i silos sul retro dello stabilimento, ora di proprietà del Cacip.
LE RUSPE La demolizione dell'edificio, occupato per quasi vent'anni da un centinaio di extracomunitari, è prevista per oggi. La prima a essere distrutta dalle ruspe - la società dei fratelli Campus, incaricata dell'abbattimento dal Consorzio industriale, ne ha a disposizione una con un braccio di 22 metri - sarà l'ala sinistra. L'impresa avrebbe cominciato a buttar giù i muri già ieri, ma ha dovuto fare i conti con diversi imprevisti. Il primo: la fabbrica sarebbe dovuta essere vuota. Invece, nonostante i vecchi occupanti abbiano portato via le proprie cose con almeno una dozzina di viaggi in camion, all'interno sono rimasti diversi rifiuti da smaltire. Decine di materassi, vecchie cucine in disuso, reti metalliche e qualche rottame d'automobile. I due piani dell'Edem Sarda, un giorno dopo l'abbandono, raccontano comunque la storia di chi ha abitato lì per anni. Nei corridoi del casermone non si respira più l'odore penetrante del cumino, battuto sulla distanza dalla puzza d'umido e di fogna, che alla lunga ha vinto sui profumi della cucina senegalese. Per terra, nelle stanze dove le finestre sono bloccate (ma è quasi un bene: in alcune, dove vivevano gli extracomunitari, mancano gli infissi) ci sono borsellini di Prada, occhiali Chanel e Rayban senza lenti. Tutti falsi. E ancora: le foto delle fidanzate rimaste in Senegal, i poster della squadra del cuore, le incisioni di Amadu Bamba Mbacké, il loro santone adorato quasi come un dio.
LA POLEMICA Intanto, la presidente dell'associazione “Socialismo Diritti Riforme”, Maria Grazia Caligaris, definisce lo sgombero, terminato in anticipo rispetto a quanto previsto, «un atto di protervia che poteva avere pesanti conseguenze e che, gravando sulle finanze pubbliche, non ha risolto del tutto il problema». Il “Tavolo antirazzista” invece, parla di «comportamenti inumani». La Caritas, insieme ai Servizi sociali del Comune - che hanno seguito ogni passo dello sgombero anche ieri - ha lavorato per trovare un alloggio ai 15 immigrati che mercoledì notte hanno dormito nell'hotel Quattro mori. Probabilmente qualcuno rimarrà lì anche oggi, visto che per ora è stato trovato solo un appartamento dove potrà andare ad abitare appena la metà di loro. Per gli altri, la soluzione arriverà nelle prossime ore.
MICHELE RUFFI
12/02/2010