Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Veleni tra le tombe di Tuvixeddu

Fonte: La Nuova Sardegna
8 febbraio 2010

LUNEDÌ, 08 FEBBRAIO 2010

Pagina 3 - Fatto del giorno



Intercettati politici e imprenditori, continua l’inchiesta su Santoni




ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Nuove sentenze, politica e veleni su Tuvixeddu. I fantasmi della necropoli del colle forse avranno qualche difficoltà a capire i nostri tempi. L’ultimo risultato di una saga politico ambientale vede, da un lato, l’ennesimo pronunciamento della magistratura (amministraiva in questo caso) che annulla due autorizzazioni paesaggistiche per la lottizzazione targata Coimpresa; e, dall’altro, la comparsa di una serie di intercettazioni telefoniche che, seppure non di rilevanza penale, sono significative in termini di costume politico.
L’antefatto. L’odissea dei fantasmi inizia da lontano e riguarda il modo di tutelare e valorizzare la necropoli punico-romana più ampia del Mediterraneo, che si trova a Tuvixeddu. L’oggetto del contendere è la lottizzazione integrata della Coimpresa che si sta realizzando nel colle. E la cui storia parte da un accordo di programma, firmato nel 2000 dalla Regione, dal Comune e dall’impresa interessata. Questa intesa prevedeva sia un parco di 23 ettari (per la zona archeologica), che una edificazione di 400 appartamenti in un’altra parte del colle, a lato di via Is Maglias, e ai piedi di Tuvumannu. Ma dagli anni Novanta ambientalisti e intellettuali (tra cui Giovanni Lilliu) avevano chiesto la tutela integrale di Tuvixeddu perché «valore unitario paesaggistico e memoria storica».
Il contenzioso. Nel 2004 c’è stato il Codice Urbani che, tra le altre cose, ha precisato il valore culturale del paesaggio («non commercializzabile») e nel 2007 l’intervento della giunta di Renato Soru, che ha bloccato l’intervento della Coimpresa. Poi esposti e contro esposti hanno portato la questione nelle aule dei tribunali. I vincoli imposti da Soru sono stati cassati e i lavori della Coimpresa ripresi.
L’ultima sentenza. In questo quadro, nell’agosto del 2008, Fausto Martino (l’allora responsabile della sovrintendenza per i beni architettonici) ha annullato le due autorizzazioni paesaggistiche date dal Comune alla Coimpresa per altrettante licenze edilizie. Alcuni mesi dopo il Tar, a cui aveva fatto ricorso la società di costruzioni, ha depennato la decisione di Martino, mentre il Consiglio di Stato (la cui motivazione è stata resa pubblica tre giorni fa) ha ripristinato l’atto del soprintendente.
Il nuovo quadro. La sentenza, disconoscendo come fondante l’autorizzazione paesaggistica del 1999, impone che per ogni concessione edilizia si abbia l’autorizzazione paesaggistica: non come un atto automatico, ma con una istruttoria che passa per il Ppr regionale.
Le intercettazioni. In ultimo sono comparse una serie di intercettazioni telefoniche legate all’inchiesta penale conclusasi recentemente con la richiesta di archiviazione delle accuse alla giunta regionale guidata da Renato Soru, mosse dalla Coimpresa e la continuazione delle indagini per l’ex soprindentente Vincenzo Santoni. In questo materiale, che non ha rilevanza penale ma di costume politico, vi sono diverse telefonate, comprese quelle tra l’imprenditore Gualtiero Cualbu (a cui fa capo Coimpresa) e il consigliere regionale Paolo Maninchedda, e di Cualbu con Giulio Steri, controparte del costruttore in un processo davanti al Tar. Tutte conversazioni legate alle vertenze della Coimpresa.
I commenti. Sull’argomento il parlamentare del Pd Guido Melis è netto: «Comportamenti inammissibili, quelli di Steri e di Maninchedda. Per motivi diversi avrebbero dovuto mantenere un distacco decisamente diverso». Renato Soru preferisce non parlare e annuncia un suo intervento in consiglio regionale. Mentre il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, liquida come «crastulate, o petegolezzi, che lasciano il tempo che trovano» i commenti negativi da parte di Cualbu.