Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Beni culturali, l’ora dei manager

Fonte: La Nuova Sardegna
5 febbraio 2010

VENERDÌ, 05 FEBBRAIO 2010

Pagina 35 - Cultura e Spettacoli



Parla Maria Assunta Lorrai: dobbiamo coniugare tutela e valorizzazione



Sostituisce Elio Garzillo, che ha presentato ricorso contro il proprio pensionamento

PAOLO MERLINI

Romana ma di padre sardo, un maresciallo dei carabinieri di Burcei, Maria Assunta Lorrai dal 15 febbraio assume la direzione generale dei Beni culturali della Sardegna. Dirigente di questo ministero dai prini anni Novanta, vi è entrata nel 1979 per concorso dopo un periodo di due anni (sempre per aver vinto un concorso) al ministero degli Esteri. Laureata in scienze politiche, lavora da tempo agli affari generali del Mibac, e fa parte dello staff del commissario straordinario all’emergenza dell’area archeologica di Roma, uno dei maggiori patrimoni al mondo. La sua nomina ha coinciso con quella di altri quattro direttori generali regionali dove il criterio di scelta seguito dal ministro Bondi e dal suo gabinetto sembra improntato più che a competenze specifiche (si tratta in genere di architetti o archeologi) a caratteristiche da manager, anche se nel caso della Lorrai parliamo di un lungo percorso proprio all’interno dei Beni culturali. La responsabile per i prossimi anni di tutto ciò che riguarda il patrimonio paesaggistico, storico e archeologico della Sardegna ha risposto ad alcune domande dal suo ufficio romano.
- Conosce la situazione della Sardegna? Ha già qualche idea sui problemi da affrontare?
«Sì, la conosco abbastanza. Amo la Sardegna, ci vengo spesso. So bene che il lavoro da fare è tantissimo, penso al paesaggio ma anche un valorizzazione concreta dell’isola e del suo patrimonio culturale».
- Al contrario di molti suoi predecessori, lei non è un architetto, né un archeologo, né un storico dell’arte, ma un manager, sia pure con una vasta esperienza nei Beni culturali. Pensa che questo potrà influire sulla sua gestione, e in che modo?
«È vero, sono abituata a fare un altro tipo di lavoro, ma mi auguro che la mia esperienza possa servire alla Sardegna. Credo che il ministero abbia fatto queste ultime scelte in maniera oculata. È evidente comunque che ci sia la volontà di mettere manager alla guida di alcune regioni, secondo le varie necessità».
- C’è qualche emergenza in Sardegna che le viene in mente o qualche problema specifico su cui pensa di poter lavorare non appena si insedierà?
«Al momento ancora no, ovviamente. Datemi il tempo parlare con i funzionari e i tecnici che sono sul territorio e poi ne riparleremo. Dal mio osservatorio, vedo che probabilmente i colleghi non hanno avuto occasione di spendere buona parte dei fondi speciali che sono stati accreditati dall’amministrazione centrale. Parlo ovviamente di cifre generali, le motivazioni non le conosco».
- Ha sentito parlare del caso Tuvixeddu? Il futuro della necropoli punica di Cagliari è al centro di un braccio di ferro tra soprintendenza, Regione e amministrazione comunale: è noto quanto per la sua tutela, e più in generale per quella del paesaggio, soprattutto sulle coste, si sia battuto il suo predecessore Elio Garzillo, che ha presentato ricorso contro il pensionamento deciso unilateralmente nei suoi confronti dal ministero.
«Non conosco Tuvixeddu, né un caso Tuvixeddu. Per quanto riguarda il mio predecessore, non entro nel merito, se non per il fatto che il suo pensionamento a quanto mi risulta si deve al decreto Brunetta poi diventato legge sulla pubblica amministrazione, che prevede appunto il pensionamento per chi ha quarant’anni di servizio. Mi pare che l’amministrazione si sia adeguata a quanto stabilito da una norma. Avendo fatto ricorso, il collega avrà sicuramente i suoi motivi, anche se sono a conoscenza di ricorsi di altri colleghi che non hanno avuto efficacia. Ma non credo che questi pensionamenti siano stati un dispetto, almeno per i casi di cui sono a conoscenza».
- Quali sono le parole chiave che ispireranno la sua gestione?
«Tutela, valorizzazione e organizzazione. Puntualità nell’applicazione della norma ma anche massima collaborazione con gli enti locali, a partire dalla Regione».