Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Una nuova casa per i senegalesi

Fonte: La Nuova Sardegna
1 febbraio 2010

DOMENICA, 31 GENNAIO 2010

Pagina 2 - Cagliari



Via da Giorgino senza sgombero forzato. «Qui non è Rosarno»




PABLO SOLE
CAGLIARI. Nel giro di una settimana, gli immigrati senegalesi che da oltre dieci anni vivono negli appartamenti attigui allo stabilimento ex Edem di Giorgino avranno una nuova sistemazione. E senza alcuno sgombero. Si avvia così alle battute finali la querelle che ha visto protagonisti gli inquilini da un lato e il Cacip dall’altro: nel 2000 l’allora Casic acquistò l’immobile ad un’asta fallimentare ma non ha mai potuto utilizzare i locali, nel frattempo affittati agli immigrati. Da qui gli appelli a Comune e Provincia nel tentativo di trovare una sistemazione agli immigrati e liberare lo stabilimento. Dopo dieci anni, sembra che la soluzione sia vicina. «Abbiamo contattato varie associazioni, a partire dalla Caritas e da I sardi - ha spiegato l’assessore comunale alle Politiche sociali Anselmo Piras - e ad oggi gli appartamenti messi a disposizione dei senegalesi sono cinque». Gli inquilini dell’ex Edem sono soddisfatti: hanno sempre ritenuto legittime le richieste del Cacip, ma nessuno aveva ovviamente voglia di ritrovarsi in mezzo a una strada dall’oggi al domani. «Gli immigrati che al momento vivono a Giorgino sono 69 - ha precisato Piras - e hanno apprezzato la proposta del Comune. Intorno a mercoledì prossimo faremo il punto della situazione, dei posti letto disponibili, quindi daremo il via ai trasferimenti, d’accordo con i senegalesi». Di certo l’ipotesi “sgombero”, che fino a qualche settimana fa sembrava la più gettonata, è svanita. «Il sottoscritto e il sindaco Floris non credono che Cagliari sia Rosarno - ha rimarcato Piras -. Ricordo inoltre che il Comune non può ordinare alcuno sgombero, visto che parliamo di una struttura privata, e in ogni caso ci si può muovere in questo senso solo per gravi problemi di natura igienica e sanitaria». Che evidentemente non sussistono. Quasi in automatico dunque, l’esponente della giunta Floris smonta la tesi dello “stabilimento-lager” fortemente avallata dai vertici Cacip. D’altronde, come già riportato dalla Nuova, per capire che non si trattava di un lager sarebbe stato sufficiente fare un salto in viale Pula e salire una rampa di scale: negli appartamenti c’è l’acqua corrente, l’energia elettrica, in alcuni casi perfino il telefono fisso. E ci sono le bollette regolarmente pagate. Non siamo al Grand hotel, è ovvio, ma le sistemazioni sono tenute dagli inquilini in condizioni dignitose. Ora arriva il trasloco. «Difficile stimare i tempi e capire quando avvieremo i trasferimenti - ha aggiunto Anselmo Piras - ma credo che in linea di massima si possa parlare di qualche giorno». Missione compiuta. Senza manganelli.