Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

L’istituto del “Buon Pastore”, 87 anni dalla parte degli ultimi

Fonte: La Nuova Sardegna
25 gennaio 2010

LUNEDÌ, 25 GENNAIO 2010

Pagina 19 - Cronaca

L’antico centro caritativo cagliaritano ora è una realtà isolana






MARIO GIRAU
CAGLIARI. Compie ottantasette anni il più antico polmone caritativo cagliaritano, il “Buon Pastore”. Era, infatti, il 25 gennaio 1923 quando le prime quattro bambine, assistite da due suore e da alcune volontarie, furono accolte in una casa di via San Domenico, prima sede dell’opera fondata da monsignor Virgilio Angioni. Sabato pomeriggio la solenne messa di ringraziamento è stata presieduta dal vescovo ausiliare, Mosè Marcia. Nel corso del rito una speciale preghiera è stata recitata per la beatificazione dell’Angioni, attesa ormai da sei anni, dal 20 dicembre 2004 quando Giovanni Paolo proclamò “venerabile” il sacerdote nato a Quartu nel 1878. “Tutti i giorni - dice Suor Maria Rosalba Pinna, superiora generale delle suore del “Buon Pastore” - si presentano nella chiesetta di san Bendetto persone per pregare davanti alla tomba del nostro fondatore per grazie ricevute, che in altri tempi la Chiesa avrebbe considerato miracoli. Purtroppo non abbiamo ancora notizie di fatti straordinari, della guarigione miracolosa, secondo le norme, molto rigide, previste dalla Santa Sede per accedere alla gloria degli altari. Intanto si prega”. Anche se il miracolo, quello vero, si ripete in realtà ogni giorno, da undici anni, sotto gli occhi dei cagliaritani, nella “mensa del povero”, in via Bellini 2, gestita dalle suore coadiuvate da un gruppo di volontari dell’associazione “La Provvidenza” presieduta dal professor Mario Pisano. “Quotidianamente - aggiunge suor Pinna - non meno di ottanta persone consumano un pasto caldo nella nostra mensa, per non dire del pacco viveri consegnato ad altri poveri. Noi che di Provvidenza ce ne intendiamo, tocchiamo con mano il miracolo della generosità cagliaritana, che, sotto forma di mille aiuti, consente alla mensa di restare aperta per essere frequentata non solamente da sbandati, ma anche da persone insospettabili, che in altri tempi avrebbero girato al largo da questa iniziativa”.
Monsignor Angioni aveva costruito su solide basi non solo organizzative, ma religiose la sua opera. Per una strana coincidenza questo prete, plurilaureato ed esperto di dottrina sociale cristiana, ha sistemato definitivamente la sua opera in un vecchio convento fondato nel 1643, dove fece il noviziato tra il 1721 e il 1722 sant’Ignazio, campione della solidarietà settecentesca. In un’antica scala di marmo del convento, nel 1923 concesso dal Comune all’Angioni, una lapide indica il punto in cui una Madonnina, detta della “Consolazione”, parlò al fraticello di Laconi. La casa del Buon Pastore di via san Benedetto è sempre il quartier generale dell’Opera che conta 18 comunità, 17 in Sardegna e una a Roma: asili nido, scuole materne, doposcuola, case di riposo, pensionati, residenze sanitarie - all’avanguardia quella in funzione a Flumini di Quartu - case protetta, come quella che sarà inaugurata oggi a Sanluri. “Ci siamo adeguate ai tempi, l’assistenza richiede modernità efficienza e rispetto di tutte le normative previste”, dice suor Maria Rosalba Pinna.