Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Castello, la paura degli imprenditori

Fonte: L'Unione Sarda
16 giugno 2008

Fondi per 390 milioni: il Comune costretto a riaprire i termini e aggiungere la Marina

Disertato il bando per gli incentivi, solo undici domande
La gara scadeva a marzo, ma le domande presentate non erano abbastanza: i termini sono stati riaperti e nel bando è stata inserita la Marina
I soldi questa volta c'erano: 390 mila euro, che il bando comunale riservava «alle iniziative promosse dalle imprese localizzate nel quartiere di Castello». Un finanziamento utilizzato come defibrillatore, per cercare di salvare un rione ormai agonizzante.
Gli imprenditori però hanno quasi disertato la gara per ottenere i fondi, divisi in tranche da 15 e 30 mila euro, con scadenza il 31 marzo. Solo undici domande presentate: troppo poche per coprire l'intero importo del bando. Così l'assessorato alle attività produttive è stato costretto (lo prevedeva lo stesso modulo di gara) a riaprire i termini e inserire nel discorso anche la Marina.
Diffidenza? Forse. Lo si intuisce dalle parole di Alessio Raggio, professione imprenditore di Castello: «Non mi stupisco: è consigliabile investire altrove. Io non sprecherò più un euro qui. Preferisco provare a sviluppare qualcosa in provincia, sul litorale. A capodanno ho dovuto chiudere prima dell'una. E tutti i fine settimana l'orario di chiusura imposto dal Comune è mezzanotte. Al Poetto, dove le case sono a pochi metri dai baretti, si tira avanti fino alle 2».
QUARTIERE AD OSTACOLI I motivi di una morte lenta ma dolorosa vengono ripetuti a turno (prima gli artigiani, poi i residenti) da anni. La Ztl notturna (definita da Raggio “mostruosa”), nessuna alternativa agli ascensori, abitanti in calo e pochi servizi.
Castello è un quartiere dove abitano in pochi (il censimento Istat ha contato 726 famiglie, Villanova ne ha tre volte tanto), dove l'unica edicola che funzionava anche come unica tabaccheria è stata incendiata dieci giorni fa e dove la filiale della Poste è stata chiusa da cinque anni. E allora per comprare le sigarette, il giornale o ritirare la pensione devi prendere la macchina.
PALAZZI DESERTI Ecco perché ci sono interi palazzi vuoti. «Gli affitti sono uguali al resto della città, ma non ci sono gli stessi servizi. È normale che nessuno voglia vivere qui», spiega il presidente della Circoscrizione Gianfranco Carboni.
«Mancano i negozi di vicinato, le botteghe. Ci sono solo due alimentari. Prima c'erano gli artigiani, l'antiquariato. Ora c'è il deserto, nessuno vuole rischiare. Se il bando comunale è stato riaperto, ci sarà pure un motivo».
Danilo Argiolas, proprietario del caffè Libarium sul bastione di Santa Croce, da una parte (quella dell'imprenditore) accoglie positivamente gli incentivi («fanno sempre bene»), dall'altra avrebbe preferito un utilizzo diverso: «Forse investire i 390 mila euro per rendere più accessibile il rione. Ascensori o scale mobili, importa poco. Venire a Castello significa scalare una montagna».
In quindici anni ha investito centinaia di migliaia di euro («ho perso il conto: ho ristrutturato il locale decine di volte, cambio gli arredi ogni due anni») ma è arrivato ad una conclusione: «Se avessi impegnato i miei soldi da un'altra parte, avrei guadagnato molto di più. L'ho fatto per passione. Anche se quando sono arrivato, nel 1993, su questa terrazza c'erano solo i tossici».
Gli stessi che ora, tutte le notti, dormono al riparo di una struttura di legno che il Comune ha sistemato sotto Natale (per allestire una mostra fotografica) e che non è ancora stata smontata. I pannelli riparano dal vento e dagli occhi dei passanti. La voce si è sparsa, e allora i barboni fanno a turno per dormirci.
Come nel 1993.
MICHELE RUFFI

16/06/2008