Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'ordine del giorno non salva i baretti

Fonte: L'Unione Sarda
25 gennaio 2010

Il 5 febbraio scadranno le ordinanze di demolizione, corsa contro il tempo per evitarle

L'assessore regionale Asunis: «Senza Pul niente licenze»

Il Consiglio ha approvato un documento che impegna la Giunta ad aprire un confronto con la Regione.
Il Consiglio comunale pensa di aver risolto la questione-demolizioni con l'ordine del giorno unitario approvato mercoledì? Una pia illusione.
Perché per poter procedere alla ricostruzione dei baretti (o di parti di essi) che dovranno essere demoliti entro la prima decade di febbraio occorrerà attendere che gli uffici siano messi in grado di rilasciare nuove concessioni edilizie. E questo non potrà avvenire prima che l'assemblea civica adotti il Piano di utilizzo del litorale.
LA REGIONE A sostenerlo è l'assessore regionale agli Enti locali e all'Urbanistica Gabriele Asunis, che smorza gli entusiasmi e gli equivoci nati a seguito del documento votato a metà settimana: «Non è sufficiente richiamarsi a delibere o regolamenti edilizi adottati nel 1999 o nel 2000 per superare la legge vigente - ricorda l'assessore - la Regione ha trasferito ai Comuni le competenze in materia di pianificazione e controllo urbanistico sui litorali, prescrivendo loro di adottare un Pul prima di rilasciare nuove concessioni. A oggi, non risulta che questo sia avvenuto. E dunque non c'è alcuna possibilità che i titolari di concessioni che hanno realizzato opere difformi, e che devono essere demolite, possano essere autorizzati a ricostruire, né contestualmente né in un secondo momento».
LE PROSPETTIVE L'unica speranza è legata al confronto tra Regione e Comune (chiesto proprio dai consiglieri attraverso lo strumento dell'ordine del giorno), che avverrà prima nel corso di una conferenza dei servizi in programma per la prossima settimana e poi in un incontro politico che il sindaco dovrà concordare con il governatore Cappellacci. «I margini di manovra non sono poi molti - fa sapere l'assessore Asunis - vediamo cosa hanno da proporci sia l'amministrazione che i rappresentanti dei concessionari. Ma occorre tornare a un regime di regole da rispettare, non si può pensare di demolire e ricostruire come se niente fosse successo».
SERVE IL PUL Del resto dall'assessore comunale all'Urbanistica Gianni Campus, che non è intervenuto nel corso del dibattito sull'ordine del giorno unitario, era già arrivato un allarme: «Senza il Pul non si può risolvere niente - aveva detto ai margini del dibattito consiliare - la Giunta ha approvato il Pul già un anno fa ma il Consiglio non lo ha mai approvato».
Per il presidente della commissione Urbanistica Massimiliano Tavolacci, «è innegabile che il documento unitario non ha un valore esecutivo ma di esclusivo indirizzo politico. Abbiamo delegato la Giunta ad aprire il confronto ma l'abbiamo unitariamente impegnata ad adottare un Pul che ripensi l'offerta turistica sul litorale: più nuove tecnologie, più servizi, più ristorazione».
Ma sarà possibile ricostruire entro l'estate? «Sappiamo tutti che sarà una corsa contro il tempo, ma mi pare che non ci siano soluzioni alternative. È per questo che, come la commissione Urbanistica sta ripetendo da mesi, non è più rinviabile l'avvio del confronto con la Regione».
I CONCESSIONARI I gestori degli stabilimenti e i responsabili del sindacato dei balneari attendono di sapere il da farsi: «Abbiamo fornito una consulenza tecnica e giuridica ai consiglieri che hanno lavorato per predisporre l'ordine del giorno approvato in Comune - racconta Alessandro Murgia, responsabile territoriale del Sib e gestore dell'Emerson - lavorando anche per unire le diverse istanze espresse dalla politica, in uno sforzo a favore delle attività produttive e della città. Ora si tratta di capire quale sarà il percorso che dovrà essere seguito».
LE PROCEDURE Il 5 febbraio scadranno le prime 13 ordinanze di demolizione e la legge prevede che siano gli stessi destinatari a eseguirle. In caso contrario, l'autorità pubblica dovrà verbalizzare l'inosservanza del provvedimento, inoltrandolo sia all'amministrazione che alla Procura della Repubblica. A quel punto i provvedimenti sarebbero ancora più severi: si potrebbe andare dal sequestro dei manufatti al ritiro della licenza commerciale. Fino alla demolizione, eseguita da una ditta incaricata dal Tribunale, a spese dei gestori. Il servizio Edilizia privata, se ci fossero le risorse economiche, si è detto pronto a far entrare in azione le ruspe sin da subito.
ANTHONY MURONI

25/01/2010