Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

I gestori annunciano: «Demoliremo i baretti per poi ricostruirli»

Fonte: La Nuova Sardegna
22 gennaio 2010

VENERDÌ, 22 GENNAIO 2010

Pagina 1 - Cagliari 






CAGLIARI. Sollevati, dopo il voto bipartisan in Comune? I gestori dei baretti del Poetto è gente spiccia, sono commercianti da generazioni, il passato per loro conto poco, anche se questa volta vuol dire: i chioschi non saranno abbattuti dalle ruspe mandate dalla magistratura. A buttarli giù saranno loro, per ricostruirli stile casotti prima dello Spiaggione dei Centomila. Almeno faranno così i nove su venti iscritti al consorzio «Poetto services», gli altri si vedrà. Ma c’è una certezza: i nuovi baretti dovranno restringere la loro area d’azione: meno metri quadri, meno tavolini. Questo sarò il sacrificio.
Sergio Mascia è il presidente della «Poetto Services».
- Ieri dopo il voto, ha dormito più tranquillo?
«Certo, oggi possiamo parlare più tranquilli, senza l’assillo delle inchieste giudiziarie e delle ruspe che ci vengono addosso. È un buon inizio, finalmente».
- Perché l’inizio?
«Ora comincia la vera avventura. Il primo appuntamento sarà la conferenza di servizi del 10 e 11 febbraio. In quei due giorni, a ben dieci enti, presenteremo il nostro progetto. Anzi, è già ufficiale: lo abbiamo depositato prima del 31 dicembre 2009, data di scadenza delle concessioni, ma senza il voto del Consiglio valeva poco».
- Parliamo di strategia.
«Non c’è un piano di battaglia, noi speriamo che la guerra sul Poetto sia finita una volta per tutte. Comunque, per avere le nuove autorizzazioni a costruire, prima di tutto ciascuno di noi adesso sa bene quale sarà la sua area edificabile senza la confusione che ha regnato dal 1999, anno del regolamento della giunta Delogu, a oggi».
A proposito, a quanta superficie dovrete rinunciare?
- «Chi ha la concessione solo per i chioschi, non potrà superare i trentatrè-trentacinque metri quadri di coperto. Il sacrificio sarà, a spanne, del cinquanta per cento. E con la zona ombreggio, ogni baretto potrà poi agire su un’area massimo di trecento metri. Il discorso cambia e molto per chi, oltre a vendere panini e bibite, ha anche la concessione per sdraio e ombrelloni: quelli sono stabilimenti balneari».
- Chi abbatterà i chioschi?
«Noi. Faremo tutto a nostre spese, senza inquinare la spiaggia. I tecnici hanno studiato il caso: le fondamenta saranno sollevate dalle gru. Non produrremo macerie».
- Terza fase: la ricostruzione.
«La nostra idea è questa: vogliamo ricostruirli com’erano un tempo, all’epoca dei casotti. Tutti uguali, nella tipologia a palafitta, da uno all’altro cambierà solo il colore».
- Ma voi siete in nove, gli altri undici gestori che faranno?
«C’è una trattativa aperta, vedremo. A febbraio il nostro gruppo potrebbe essere anche più numeroso».
- A questo punto, l’arrivo delle ruspe comandate dalla magistratura è scongiurato.
«Penso di sì. L’atto politico c’è stato, con il voto unanime del Consiglio, ora spetta alla giunta cancellare le negligenze del passato».
- In attesa del piano di utilizzo del litorale.
«Solo con quello il Poetto rinascerà, ma qualche segnale c’è già nel documento dell’altro giorno. Noi alla spiaggia ci abbiamo sempre tenuto, i politici solo dall’altro ieri».