Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Urban center: «Ecco la piazza dei nostri sogni»

Fonte: L'Unione Sarda
11 gennaio 2010

urbanistica
La proposta di Gregorini 



«Questo è uno di quei progetti che valgono una consiliatura, che fanno ricordare un sindaco». Disse così Emilio Floris il 19 novembre del 2003. Era reduce da un viaggio a Roma da dove tornò con un assegno, virtuale e posdatato, da 103 milioni firmato dal ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi per il tunnel sotto via Roma. «Ci consentirà di realizzare la grande Piazza sul mare, cioè di eliminare il traffico in via Roma», disse trionfalmente.
Quei soldi non arrivarono mai e il progetto-icona del sindaco è rimasto nel cassetto. Salvo uscirne periodicamente, cavalcato da chi vuole dare un contributo di crescita alla città ma anche da chi vuole alimentare facili entusiasmi a fini elettoralistici
La verità è che su tunnel e Grande piazza c'è tutto da anni - idee, progetti, approvazione unanime della cittadinanza - fuorché i finanziamenti. Arrivati solo per il parcheggio interrato da 650 posti, cioè una parte del progetto, i cui lavori inizieranno entro l'autunno.
I PROGETTI La prima ipotesi di piazza la presentò nel 1998 la Marconsult, società genovese che elaborò il piano regolatore portuale. Ma il primo progetto vero lo sfornò alla fine degli anni '90 la Italferr, società di ingegneria del gruppo delle Ferrovie dello Stato che vinse un concorso di idee bandito dalla Regione.
E che la Grande piazza e via Roma-salotto della città siano tra i sogni preferiti dai cagliaritani è dimostrato anche da un referendum che L'Unione Sarda fece nel 2002. Risposero in migliaia. «Vogliamo un'isola pedonale pulita, illuminata, con il porto turistico, con i gazebo e i tavolini», dissero.
IL DIBATTITO Ora, dopo la nuova proposta del gruppo Lavoro&Quartieri, l'argomento torna d'attualità e fa discutere. O meglio: sognare. Antonello Gregorini, responsabile dell'Urban center, propone «un concorso internazionale di idee che fornisca «apporti esterni e di qualità» a un progetto che può diventare «il fulcro delle politiche urbanistiche». E nel frattempo aggiunge alla pila di progetti, anzi di disegni, un nuovo elaborato. Che prevede una piazza vera. Perché - dice Gregorini - «le grandi opere ipotizzate o previste (il parcheggio), costosissime in termini finanziari e di oneri e fastidi per la comunità nella fase di realizzazione, non ottengono il raggiungimento dell'obiettivo primario: la piazza. «Per questo motivo, infastiditi e spaventati da tanta inerzia ignava, con i nostri poverissimi mezzi abbiamo voluto disegnare quella che ci appare come la Piazza sul mare dei sogni». Dei sogni, appunto.
FABIO MANCA

10/01/2010