Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ada Lai indagata: «Al processo Collu ha detto il falso»

Fonte: La Nuova Sardegna
8 gennaio 2010

VENERDÌ, 08 GENNAIO 2010

Pagina 1 - Cagliari

La Procura prepara il rinvio a giudizio




In tribunale la dirigente ha cercato di «coprire» l’ex assessore cambiando versione

MAURO LISSIA

CAGLIARI. Ada Lai, la dirigente comunale dell’area servizi al cittadino e candidata sindaco designata da Emilio Floris, è indagata per falsa testimonianza. Nata dagli esiti del processo per abuso d’ufficio all’assessore all’annona Luciano Collu, condannato a un anno e mezzo di reclusione, e al dirigente Sergio Spiga, un anno e due mesi, l’inchiesta è stata affidata al sostituto procuratore Marco Cocco. Inchiesta che s’annuncia brevissima perchè fondata interamente sui verbali del dibattimento concluso il 18 giugno scorso e su una conversazione registrata dal funzionario Marco Lampis, parte offesa nel procedimento. Il procuratore aggiunto Mario Marchetti, titolare dell’indagine su Collu, aveva annunciato già in tribunale che la testimonianza resa in aula da Ada Lai sarebbe andata all’attenzione del suo ufficio. Ma prima di procedere, il magistrato ha atteso il deposito della sentenza di condanna elaborata dal giudice Cristina Ornano: in quel documento le accuse alla dirigente comunale hanno trovato una conferma piena. Categoriche le conclusione del tribunale: «Ha fornito inconciliabili versioni con un tentativo che rivela piuttosto scopertamente la volontà di aggiustare una dichiarazione compromettente per Collu».
D’altronde la vicenda è stata chiarita sino in fondo nel corso del dibattimento pubblico: era gennaio del 2004 e c’era un funzionario, Marco Lampis, che si rifiutava di firmare una sequenza di autorizzazioni al commercio ambulante richieste da Collu per il Tim tour, autorizzazioni palesemente irregolari. Collu insisteva e Lampis si opponeva con determinazione. Finchè l’assessore decise di allontanarlo dall’ufficio per trasferirlo altrove con il pretesto di una presunta incompatibilità ambientale, sollevando anche un’ondata di solidarietà da parte dei colleghi. Ma a leggere la sentenza del giudice Ornano la realtà era un’altra, l’incompatibilità era un’invenzione dell’assessore: il segretario di Collu sussurra come volessero «toglierselo dai coglioni» e infatti «Lampis - scrive il giudice - venne trasferito a scopo punitivo, ritorsivo, per eliminare un soggetto non prono alle indebite richieste della componente politica, interesse eminentemente privato e non esattamente encomiabile» da parte di Collu e di Spiga.
In questa vicenda piuttosto fangosa il ruolo di Ada Lai appare molto lontano da quello di tutore delle norme amministrative: prima sostiene di aver avviato l’iter del trasferimento per Furcas su richiesta di Collu e Spiga. Poi in aula si rimangia la ricostruzione originaria dei fatti e attribuisce la volontà del cambio di funzione allo stesso Furcas. Un tentativo maldestro di salvare l’assessore in barba al funzionario ribelle. Peccato che Furcas, annusata l’aria che si respirava in municipio, avesse deciso di registrare le parole della dirigente, seguite all’annuncio di un ricorso alla Procura: «Quando si comincia ad avere confermanze di tipo penale bisogna stare attenti, uno che comincia a mettere Marchetti di mezzo... è una persona difficile, lo conosco bene, è un pm che deve andare a fondo anche se non c’è niente». Affermazioni temerarie, che Furcas registra diligentemente e custodisce fino al dibattimento. Quando Ada Lai parla e cerca di scagionare Collu il funzionario tira fuori il nastro e la inchioda. Alla fine la candidata sindaco in pectore del centrodestra sembra essersi sbagliata due volte: ha cambiato versione dichiarando - per l’accusa - il falso davanti al tribunale. E ha pensato che Marchetti volesse andare sino in fondo nell’inchiesta sulla vicenda: a sorpresa l’ha passata al collega Cocco. E Ada Lai, che si è di recente qualificata come dirigente velocissima in un municipio popolato di colleghi impastoiati nella burocrazia, si troverà velocemente a giudizio.