Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Caterina di Sardegna: «L'amore, il teatro, Playboy»

Fonte: L'Unione Sarda
5 gennaio 2010

L'attrice debutta con “Donna Flor e i suoi due mariti” 



Dicono di lei che sia gentile e a modo. Oltre che di bell'aspetto, s'intende. Dicono di lei lavori tantissimo e non stia mai ferma. Poteva accontentarsi, Caterina Murino. Poteva essere un'altra bellezza sarda in tv, nè più nè meno. In passerella, in qualche salotto televisivo come sulle pagine patinate e gossipare. Invece in poco più di dieci anni ha bruciato le tappe. Quinta a Miss Italia 1997 e una breve apparizione come letterina a Passaparola. Ma quello che per molte è un punto d'arrivo, voci dicono lei l'abbia liquidato senza pensarci due volte. Perché la bellezza aiuta ma a lei non basta.
Eccola, allora, a Milano, attrice di teatro - e quello buono: Pirandello, Williams Shakespeare ma anche Niffoi perchè, insomma, le radici sono le radici. Anche se da un po' risiede a Parigi («È davvero al centro del mondo: un ponte tra l'America e l Europa e ci sono i voli diretti da Cagliari», dice), i francesi la adorano e ha fatto film con Jean Reno, con Rupert Everett, con Papi Corsicato. Prima e unica delle italiane tutte è stata la Bond Girl di Casino Royale . Ma anche la controvversa protagonista di The Garden of Eden di John Irvin.
Ora inizia una tournée teatrale e parte dalla sua Sardegna. Due anteprime per tastare il polso e rodare il meccanismo e poi la prima (da domani al 10 gennaio), al Massimo di Cagliari, di Dona Flor e i suoi due mariti testo tratto da Jorge Amado. Lo spettacolo, - inserito nella stagione di prosa del 2009/2010 del Teatro Massimo di Cagliari fa parte della XXX edizione del Circuito Teatrale Regionale Sardo organizzato dal Cedac, è curato dalla regista Emanuela Giordano. Saranno sul palco sette attori, tra i quali Pietro Sermonti, Paolo Calabresi e Valeria d'Obici.
Insomma, si ritorna a casa e si riparte da casa
«Eh si, anche se non è stata la più facile delle scelte. So che il pubblico cagliaritano è esigente, conosce il teatro, c'è una lunga tradizione e abitudine in tal senso. Diciamo che come prima prova abbiamo posizionato l'asticella un po' in alto».
Non dica che è preoccupata
«Ci siamo preparati e abbiamo provato per oltre un anno e mezzo ma comunque l'emozione c'è tutta. E c'è anche la paura di sbagliare, d'impantanarsi, di non riuscire a trasmettere al pubblico il giusto pathos».
Non la rassicura aver fatto tanto ed essere ormai un'attrice internazionale?
«Tanta esperienza serve certamente ma ogni volta è una cosa nuova, una sfida nella quale buttarsi. Stavolta è una lunga tournée e ho un carico di responsabilità molto importante e molto complicato. Il teatro è un genere molto “fisico”, con un tasso di energia da tenere alto ma allo stesso tempo pieno di sfumature da saper interpretare e rendere al pubblico».
Parigi è fondamentale per fare quello che fa?
«Sì. Bisogna stare in un posto in cui ti devono vedere, avere l'attenzione dei media, avere contatti continui. Certro che se fossi la Streep o Julia Roberts potrei stare anche a Cagliari. Sono gli altri che verrebbero a cercarmi».
Chi vorrebbe essere delle due?
«La Streep o la Roberts? Diciamo che dovendo cadere cadrei bene in entrambi i casi. Ma se proprio devo scegliere dico la Streep».
Perché ha posato su “Playboy”?
«Perchè me lo hanno chiesto per un momento importante. Era per il primo numero del rilancio dell'edizione italiana. Ma io ho messo delle clausule: niente foto esplicitamente nude, niente parti intime in mostra. So che qualcuno ci è rimasto male».
Lei è una workholic, così malata di lavoro, oppure batte il ferro finchè è caldo?
«Sicuramente l'onda di James Bond era da cavalcare fino in fondo ma oggi si è smorzata. Mi sto ancora facendo apprezzare. La verità è che io sono un'eterna insoddisfatta, pretendo di migliorare di continuo, ho sempre voglia di far meglio e di confrontarmi con cose diverse».
Un po' la sindrome da prima della classe?
«Qualcuno me lo dice. Ma devo studiare di più: la concorrenza è tanta e poi...si invecchia».
Ha mai pensato anche ad una famiglia?
«Finora no perché non avevo trovato la persona giusta. Ora che sto con Pierre Rabadan: dopo un anno di vita in comune ci sto pensando seriamente».
Dona Flor, la protagonista della pièce, così divisa tra carnalità e voglia di tranquillità e affetto, le somiglia?
«No, proprio no. La regista, Emanuela Giordano dice che sono io, ma io non mi ci trovo per nulla».
Dei due quale aspetto preferisce in un rapporto?
«La storia d'amore che sto vivendo ora è la fusione perfetta di entrambe le cose».
GIUSEPPE CADEDDU

05/01/2010