Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Grande festa in musica per i 120 anni del giornale

Fonte: L'Unione Sarda
22 dicembre 2009

Centoventi minuti (senza intervallo) per centoventi anni di storia: quelli dell'Unione Sarda, che ieri ha regalato alla città di Cagliari il terzo e ultimo Gran Galà. Un concerto aperto dalla mazurka che nel 1890 venne donata al giornale da Raffaele Ascolese. Un po' leggera, un po' valzer, è stata resa più interessante dalla bella orchestrazione di Giacomo Medas. Sul podio, a dirigere l'orchestra del Conservatorio, il Maestro Massimiliano Carraro, in velluto e papillon.
Dopo la novità della mazurka, un susseguirsi di emozioni in musica. Protagonisti quattro impeccabili solisti. Il tenore Giuseppe Filianoti, bravissimo, è stato di volta in volta un arrogante Duca di Mantova, un commovente Nemorino, un disperato Federico, un appassionato Werther.
Davvero una felice sorpresa per molti è stata Ambra Pintore. La conduttrice di Sardegna Canta, elegante nel casto completo bianco, ha proposto al pubblico un'anticipazione orchestrale (firmata e resa classica dal Maestro Medas) del suo cd di prossima uscita, Mùriga (mescola). Dal vago sapore onirico “In cust'ora”, più appassionata “In altumare”, firmate nei testi dal Pino Martini Obinu, co (la compositore e bassista degli Stormy Six Pino Martini Obinu (la seconda anche da Michele Piu) e musicate da Obinu - Giorgio Rizzi - Roberto Sala.
Che dire dei due talenti che hanno proposto due brani classici notissimi? Ha confermato la sua bravura Giulio Biddau, eseguendo con rigore pari all'impeto giovanile il primo movimento del Quinto concerto di Beethoven per pianoforte e orchestra (L'Imperatore). Ha dimostrato ancora una volta classe e grande sicurezza la violinista Anna Tifu, che ha dato prova del suo virtuosismo nell'Introduzione e rondò capriccioso op. 28 per violino e orchestra di Saint Saëns. Sempre più matura nell'esecuzione e nella presenza scenica.
All'orchestra del Palestrina, composta da giovani, il compito di seguire il maestro Carraro in brani notissimi come il meditativo Largo dal “Serse” di Haendel, il trascinante preludio dalla “Carmen”, l'entusiasmante ouverture dalla “Gazza ladra”. Al coro del Conservatorio (diretto da Giuseppe Erdas) il finale: “Stille Nacht” (o piuttosto Silent Night-Astro del cielo), “Adeste Fideles” nella bella orchestrazione di Roberto Pischedda, “White Christmas” e l'“Halleluja” dal Messia di Haendel. Alla “Marcia di Radesky” di Richard Strauss il laicissimo finale. Un bis accolto con entusiasmo dal pubblico che ha accompagnato col battimani l'esecuzione. Al vezzo capodannesco non è sfuggito quasi nessuno dei 1600 spettatori che si sono ritrovati a far festa alla festa con l'editore Sergio Zuncheddu, il direttore Paolo Figus e i vertici del giornale (Carlo Ignazio Fantola, Piervincenzo Podda, Federico Marturano), e Gianni Filippini nella doppia veste di direttore editoriale e di presidente del Conservatorio. Con loro il direttore del Palestrina Gabriella Artizzu, il sindaco Emilio Floris e il padrone di casa Maurizio Mastrantonio. Che ogni anno propone al suo pubblico un'opera rara e stavolta è stato battuto sul tempo da un'altra (piccola) rarità: una mazurka leggera, un po' valzer, per un giornale che compiva i primi passi.
MARIA PAOLA MASALA

22/12/2009