Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pescatori in rivolta: in città non arriva più il pesce fresco

Fonte: L'Unione Sarda
5 giugno 2008

Vertenza Deserto il mercato ittico


Si stanno rivelando disastrosi gli effetti della protesta dei pescatori contro il caro gasolio. A Cagliari, così come nelle marinerie di Olbia, Arbatax, Oristano e Porto Torres, il blocco dei pescherecci va avanti ormai da sabato scorso. Il risultato è che nei mercati civici al dettaglio di tutta l'Isola il pesce fresco non arriva più. «Il pescato di giornata di produzione locale», afferma il direttore del mercato di San Benedetto Giovanni Musu, «è quasi del tutto scomparso dai banchi di vendita. In questi giorni, ad esempio, era impossibile trovare un'orata o una spigola di mare. Ma non è esatto dire che non c'è più pesce: il prodotto di allevamento continua ad essere venduto regolarmente, così come il pescato proveniente da altre zone e il pesce di grossa taglia come il tonno e il pescespada».
Ieri mattina le corsie del reparto ittico erano semideserte. «Questo perché i clienti hanno letto i giornali e si sono allarmati molto più del dovuto. Sembrava un lunedì mattina: erano anni che non si riscontrava un'affluenza così bassa». Disagi anche al mercato ittico all'ingrosso di viale La Playa, dove prima dello sciopero confluivano mediamente quaranta tonnellate di pesce al giorno. Il prodotto fresco anche in questo caso non arriva più da giorni e gli operatori dei box hanno deciso di schierarsi al fianco dei pescatori. Nella corsia centrale sono già comparsi i primi cartelli di protesta e oggi è prevista una serrata collettiva. «Abbiamo aderito alla protesta», spiega Giancarlo Strazzera, titolare del box numero 4, «per esprimere solidarietà totale ai pescatori e alle loro famiglie. I loro problemi sono anche i nostri problemi. Bisogna trovare una soluzione altrimenti si rischia la paralisi totale del settore».
A livello nazionale lo sciopero è stato indetto da Federcopesca e Confcooperative, ma lo stato di agitazione riguarda in generale tutte le marinerie d'Europa: francesi, spagnole, inglesi, portoghesi e croate. Il problema è il prezzo del greggio che continua ad aumentare senza controllo. «Il caro carburante», sostiene Piero Strazzera, portavoce degli operatori del mercato ittico e responsabile regionale del dipartimento pesca di Forza Italia, «ha ridimensionato i redditi e reso quasi nulli i margini di guadagno. La situazione è drammatica: i pescatori non riescono più a recuperare le spese. Se non si troveranno soluzioni per tagliare il prezzo del carburante molti saranno costretti a mettere le barche in disarmo». Questa mattina alle 11 i rappresentanti delle associazioni di categoria incontreranno i vertici della Saras a Sarroch. «L'auspicio», conclude Strazzera, «è che possa essere raggiunto un accordo per l'acquisto privilegiato del carburante».
PAOLO LOCHE

05/06/2008