Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Trentamila spettatori, musica senza frontiere in tre lunghe serate

Fonte: La Nuova Sardegna
24 novembre 2009

MARTEDÌ, 24 NOVEMBRE 2009

Pagina 38 - Cultura e Spettacoli






WALTER PORCEDDA

CAGLIARI. Trentamila spettatori. Cinquemila in più rispetto alla precedente edizione. L’European Jazz Expò ha chiuso i battenti domenica con un ottimo risultato. Il pubblico - il più competente d’Italia in materia - ha premiato la bontà di un format a denominazione d’origine controllata. Non è cioè d’importazione, ma frutto di una progettazione che guarda in avanti con l’intento di costruire un nesso tra mercato e produzione. Per farlo ha scelto l’Expò come luogo di scambio, anticipazione di tendenze, palestra di confronto e tavolo di sinergie per operatori. La formula sta dimostrando di funzionare. Cresce la presenza degli operatori europei, si consolidano intese (Norvegia) e se ne aprono nuove (Catalogna). Va da sè che una cosa tira l’altra: dietro la musica si lancia anche il marchio Sardegna, favorendo altre intese.
Il problema è che magari si debba fare degli sforzi migliorando ad esempio la logistica (le sale), moltiplicando i momenti di dibattito e incontro. O proseguendo, in modo più deciso sul wine and food, da sempre buon viatico al popolo del jazz (...ma restituite il kebab però del quale in tanti questo anno sono rimasti orfani). Per fare ciò occorrono più risorse e sinergie, per cui istituzioni e festival potrebbero fare la loro parte trasformando l’Expò in vetrina dell’isola.
Anche perchè si aprono nuovi canali e giungono già nuovi fruitori. Si registra ad esempio per la prima volta - grazie ai low cost - una presenza di spettatori provenienti da Londra e Barcellona. Segno che la comunicazione comincia a dare frutti. Certo nella lista dell’offerta c’è di tutto, da star come Enrico Rava al gigante Marcus Miller. Tra i due, decine di nomi anche sconosciuti, talenti da scoprire che magari diventeranno star. Oppure lo sono già, ma da noi sconosciute come Mari Boine o Marcus Roberts. Ma lo spirito dell’Eje sta proprio qui, nell’indurre alla scoperta. Per stare su questo “mood” anche l’ultima serata ha riservato due chicche da collocare nella casella di musica senza frontiere. «Sin fronteras» d’altra parte si intitola proprio uno dei motivi più intensi del set della pregiatissima Tangeri Cafè Orchestra, ensemble di un’arte senza confini dove il flamenco spagnolo incontra la musicalità maghrebina con un risultato affascinante. Guidati dal violinista marocchino Jamal Ouassini rendono visivamente sul palco i fili invisibili di una sensibilità comune da una sponda all’altra del Mediterraneo. Sono danze e canti che sembrano provenire da un’epoca remota, da un’ideale Atlantide sonora che tutto comprende. Dal cante jondo al lamento del canto arabo accompagnati assieme dall’oud e dalla chitarra andalusa.
Un’altra chitarra, quella guidata con piglio hendrixiano dal norvegese Eivind Aarset, ancora una volta ha conquistato con il suo «Sonic Codex», progetto post davisiano connotato da un sound nero fortemente avantgarde in scena con due energici drummer e un bassista muscolare. Atmosfere lievi e aeree che diventano tumulto e tempesta. Sturm un drang del Grande Nord.