Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Nuovo round per Tuvixeddu

Fonte: La Nuova Sardegna
24 novembre 2009

MARTEDÌ, 24 NOVEMBRE 2009

Pagina 2 - Cagliari



Oggi in Consiglio di Stato l’udienza sui due decreti Martino




CAGLIARI. I lavori di edificazione sul colle di Tuvixeddu «introducono un elemento di irreversibile degrado, tale da compromettere gravemente la qualità dei luoghi e di impedirne la riqualificazione»: parole scritte dall’ex sovrintendente ai beni architettonici e paesaggistici Fausto Martino nei decreti coi quali bocciò seccamente le ultime due autorizzazioni paesaggistiche concesse dal Comune a Coimpresa nell’agosto del 2008.
Il Tar però ha accolto il ricorso presentato dai legali di Nuova Iniziative Coimpresa, gli avvocati Pietro Corda e Antonello Rossi: quelle autorizzazioni sono valide. Oggi si gioca l’ultima partita a palazzo Spada, davanti ai giudici della sesta sezione del Consiglio di Stato cui si è appellata l’avvocatura dello stato per conto della sovrintendenza. Un tentativo estremo di frenare l’edificazione del colle, finora legittimata da una sequenza interminabile di decisioni amministrative favorevoli. L’avvocato dello stato cercherà di dimostrare che il sovrintendente Fausto Martino aveva ragione: i nullaosta comunali sarebbero illegittimi e gli atti firmati a suo tempo dagli uffici comunali erano «viziati da eccesso di potere sotto il profilo della carenza sia di istruttoria che di motivazione di legge» perchè in contrasto con una lunga serie di disposizioni contenute anche nel Ppr. Martino sostenne nei suoi decreti che «la zona di Tuvixeddu-Tuvumannu, comprendente l’intervento edificatorio oggetto dell’autorizzazione (quello di Coimpresa, ndr) rivesta per le sue peculiarità di carattere paesaggistico e storico-culturale e per l’elevato livello di panoramicità un rilevantissimo interesse pubblico». Una zona che «l’intervento, particolarmente visibile da numerosi punti di belvedere accessibili al pubblico, a causa delle alterazioni della morfologia del terreno, delle conseguenti opere di contenimento, delle opere di urbanizzazione estese su un’ampissima superficie tende a trasformare radicalmente l’immagine dell’area - scrive Martino - introducendo un elemento di irreversibile degrado». Non solo. Secondo Martino - ma il Tar gli ha dato torto - il parere emesso dal direttore dell’ufficio Tutela del paesaggio in base alla legge 1497 del 1939 «era esplicitamente finalizzato all’approvazione dei piani regolatori o d’ampliamento dell’abitato e non a quella di piani particolareggiati e strumenti urbanistici attuativi ad essi assimilati, per i quali risultava vigente quanto stabilito dall’articolo 16 comma 3 della legge 1150 del 1942». Tradotto in termini comuni, quel parere non conta nulla perché - sostenne Martino - l’autorizzazione dell’ufficio Tutela paesaggio riferita al progetto Tuvixeddu «avrebbe dovuto essere rimessa all’esame della Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per effetto della legge 431/1985». Il che - sottolineò Martino - non è stato. (m.l)