Rassegna Stampa

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Giù 4 chioschi tra le lacrime in viale Buoncammino a Cagliari: “Dove andremo dopo 40 anni?”

Fonte: web Castedduonline.it
4 agosto 2023

Giù 4 chioschi tra le lacrime in viale Buoncammino a Cagliari: “Dove andremo dopo 40 anni?”

La strada è praticamente segnata, nessun passo indietro dal Comune di Truzzu. I baretti dovranno essere abbattuti, Mario Dessì: “Avevamo pagato 40mila euro per il suolo pubblico”, ma il Comune ne chiede altri settantamila. “Una delle mie strutture è chiusa da 10 anni a causa del manto stradale spaccato. Fermate le ruspe”

 

 

La preoccupazione è alle stelle: “Dove andremo dopo 40 anni? Abbiamo sempre lavorato qui”. Il Comune di Cagliari guidato dal sindaco Paolo Truzzu non fa nessun passo indietro: i 4 chioschi di viale Buoncammino, tra viale Anfiteatro e il discesone che porta in piazza D’Armi, dovranno essere abbattuti. E non tra chissà quanto tempo, ma entro una decina di giorni, a voler stare larghi. Si parla di concessioni scadute e canoni non pagati, oltre che di strutture che si sarebbero allargate non rispettando gli spazi. A contorno, neanche tanto, ci sono i lavori che devono partire per il restyling del viale: la pavimentazione fa pena, spaccata dalle radici degli alberi, e dopo decenni è arrivato il momento di fare arrivare gli operai. Due chioschi sono disabitati: uno era utilizzato da associazioni di volontariato per esporre i lavori artistici dei detenuti, quando il carcere era ancora operativo, un altro è stato ricostruito dopo essere stato distrutto da un incendio nel 2018 e risulta segnato come abusivo già da inizio anno. E poi ci sono le altre due strutture, gestite dalla famiglia di Mario Dessì: “Siamo sempre stati disponibili a trattare col Comune. Di abusi edilizi non c’è l’ombra, le cose sono state fatte in base ai progetti presentati in Comune, sia per misure sia per distanze da aiuole e alberi. Per il discorso del suolo pubblico non pagato, abbiamo chiesto la sospensione del canone nel 2013 dovuta dall’impossibilità di riaprire una delle due strutture per via del manto stradale”. Dessì si riferisce a un gazebo con tavoli e sedie, utilizzato come punto di ristoro. “Una nostra attività è chiusa da dieci anni”.
“L’abbiamo fatto presente anche all’ufficio relazioni con il pubblico e ai dirigenti competenti”. Ma, a prescindere, c’è la lettera spedita dal dirigente del Patrimonio: “Qui lavoriamo in 5, prima eravamo in tredici. Dove andremo dopo 40 anni? Il Comune blocchi lo smantellamento dei chioschi. Il problema sarebbe che gli operai non possono fare passare un ferro contenitivo per le aiuole, una sorta di gabbia per le radici che dovrebbe passare in mezzo ai chioschi, che sono stati realizzati 23 anni fa. Una struttura smontata non si può riutilizzare”, sostiene Dessì. Il Comune sostiene che i chioschi siano abusivi: “L’abuso edilizio è tutto da vedere. E per il canone del suolo, abbiamo a dimostrazione svariate prove, come una lettera del 20 febbraio 2018 con un bonifico di 39mila euro”. Il Comune ne chiede altri settantamila: “Il Comune rifaccia la pavimentazione del viale ma non faccia sparire i chioschi. Lavoriamo in viale Buoncammino da 40 anni, è la nostra vita”