Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto, tutti gli abusi baretto per baretto

Fonte: L'Unione Sarda
11 novembre 2009

Nelle 17 ordinanze di demolizione sinora notificate ai gestori la radiografia delle irregolarità contestate

Strutture da 2000 a 90 metri quadri con bar, self service e ombrelloni

Secondo il Comune mancano il permesso a costruire, la concessione edilizia e l'autorizzazione paesaggistica della Regione.
Sono 17 le ordinanze di demolizione (da eseguire entro il 5 febbraio 2010) fin qui notificate dal Servizio edilizia privata del Comune ad altrettanti gestori di chioschi sul litorale del Poetto. La motivazione è sempre la stessa: le opere prese in esame da personale dell'ufficio, congiuntamente ad agenti del nucleo di Polizia giudiziaria della Procura, risultano prive «dei necessari titoli abilitativi». In soldoni, mancano il permesso a costruire, la concessione edilizia e l'autorizzazione paesaggistica della Regione. Per ognuna delle attività poste sotto la lente di ingrandimento, è segnalato l'abuso contestato.
La prima (la numero 62, del 5 novembre) è a carico dell' Ara Macao (gestito da Pierluigi Atzori): una superficie complessiva di poco superiore ai 90 metri quadri tra bar (15), dispensa (8), gazebo destinati a ombreggio (64) e servizi igienici (3). Il miraggio (di Piero Marci) occupa circa 180 metri quadri: nell'ordinanza si parla di bar (15), dispensa (9), sala ristorazione (99), gazebi (46), due palchi (rispettivamente di 36 e 29), servizi igienici (6). A Eliseo Carta , del chiosco numero 6, viene imputata l'occupazione non autorizzata di oltre 400 metri quadri tra bar (i soliti 15), dispensa (16), sala ristorazione (51), sala giochi (16), ripostiglio (6), servizio igienico (4,5), pedana in cemento e tavolato (348). Nella rete del Comune è finito anche il Palm Beach di Maria Assunta Cabras, con 500 metri quadri occupati: bar (15), dispensa (12), sala ristorazione (103), pedana, tettoia e rampa inclinata per accesso all'arenile (320), servizio igienico (3) e addirittura una porzione di spiaggia per sedie e sdraio (47). Nel caso di Giovanni Cogoni i metri quadri sono poco più di 300: bar (15), dispensa (16), area per ristorazione (46), pedana in legno con ombrelloni (169), ripostiglio (2), servizi igienici (4), pavimentazione in cemento e legno (60). Alla Kairos di Alessandro Ticca viene contestata l'occupazione, senza titolo edilizio, di poco più di 200 metri quadri: bar (15), dispensa e ripostiglio (10), pedana con ombrelloni (184), pavimentazione (4), tende parasole (10), mentre nel caso del Golden Beach di Maria Giovanna Cossu i metri sono circa 2 mila: bar, tavola calda e self-service (242), zona di ombreggio (115), ufficio (23), spogliatoi e docce (29), pedane in legno (267), arenile delimitato con una staccionata (1350). Per Il capolinea di Antonio Congera i metri quadri accertati sono oltre 300: bar (15), dispensa (25), coperture inclinate (35 più 10), sala ristorazione (98), servizi igienici (4), pedana in legno (124). A carico de La dolce vita di Luigi Lampis ci sono poco meno di 300 metri quadri contestati: bar (15), dispensa (15), copertura inclinata (40), sala ristorazione (78), servizi igienici (3), pavimenti in cemento (147). Nel Noi due di Maurizio Cabras i metri quadri sono 325: bar, servizi e disimpegno (15), dispensa (9), copertura inclinata (36), pedana in legno (263), servizi igienici (3), mentre a Cinzia Erriu vengono contestate opere non autorizzate realizzate su una superficie di 310 metri: bar (15), dispensa (22), sala ristorazione (100), servizi igienici (4), ripostiglio (4), pedana in legno (165).
Nel caso del Bon ton di Valter Casula si tratta di 380 metri quadri: bar (15), dispensa (15), sala ristorazione (143), vano per mescita bevande (7), gazebo (32), servizi igienici (5), palco in legno (20), pedane in cemento (100) e arenile occupato con tavolini (50), mentre Il Nilo di Anna Frongia ha fin qui operato occupando circa 270 metri quadri di territorio: bar (15), dispensa (16), copertura inclinata (64), due gazebo (99 e 34), servizi igienici (3) e pedane in cemento (43). A Sa Forredda , di Sandra Argiolas, i metri occupati sono circa 500: bar (15), dispensa (15), copertura inclinata (31), vano di sgombero (8), gazebo (50), edicola e vano tecnico (12), pavimentazione in cemento (109) e occupazione dell'arenile (276), mentre nel vicino Foghile , di Luciano Spiga, la superficie è di circa 500 metri: bar (15), solaio ligneo (40), bar e sala ristorante (133), rispostiglio (7), servizi igienici (7) e pavimentazione in legno e rampe (323). Al Twist di Maurizio Marongiu i metri quadri incriminati sono circa 300: bar (15), dispensa (21), sala ristorazione (144), bar (6), ripostiglio (6), servizi igienici (4) e pavimentazione in legno (118). L'ultima ordinanza riguarda lo Zen di Sandro Angioni, per complessivi 340 metri quadri: bar (15), sala ristorazione (135), ripostiglio (5), servizi igienici (4) e tavolato in legno (189).
ANTHONY MURONI

11/11/2009