Rassegna Stampa

web Vistanet Cagliari

Anche a Cagliari compaiono i cartelloni “#stopgender”: divampa la polemica

Fonte: web Vistanet Cagliari
12 dicembre 2022

Anche a Cagliari compaiono i cartelloni “#stopgender”: divampa la polemica


A protestare, tra gli altri, sono due consigliere comunali, Giulia Andreozzi e Francesca Mulas Fiori di Possibile Sardegna.


“Il volto della campagna, un bambino triste a cui vengono mostrati rossetto e fiocco rosa, è davvero imbarazzante: un minore a cui si impone il rossetto è falso, pericoloso e fuorviante. E anche estremamente dannoso, se vogliamo sradicare pregiudizi e stereotipi legati al genere” – protestano diversi consiglieri comunali di opposizione.

Nel capoluogo, come in tutta Italia, sono comparsi i manifesti affissi da ProVita, con lo slogan Stop gender e l’immagine di un bambino dallo sguardo corrucciato mentre due mani cercano di mettergli un rossetto e un fiocco rosa.

 

A protestare sono due consigliere comunali, Giulia Andreozzi e Francesca Mulas Fiori di Possibile Sardegna: “Troviamo gravissimo che ancora oggi queste associazioni parlino di ‘teoria gender’: in nessuna scuola a oggi esiste alcun insegnamento della ‘teoria gender’, se non come traduzione della formula inglese ‘gender studies'”.


Quindi l’appello al sindaco Paolo Truzzu affinché intervenga per la rimozione: “Anche noi, insieme a tante associazioni e realtà cagliaritane che da ieri stanno esprimendo dissenso chiediamo che il sindaco e l’amministrazione comunale facciamo rimuovere questi manifesti: intanto violano la recente normativa sulla cartellonistica stradale (la legge 156 del 2021) che vieta pubblicità che “proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche”. E propongono messaggi falsi con un uso strumentale dell’infanzia. Se le nostre scuole sono in pericolo non è certo per le campagne contro gli stereotipi di genere ma a causa di questi movimenti oscurantisti e intrisi di ignoranza”.