Rassegna Stampa

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Nel 2022 sette donne uccise in Sardegna: “Isola al terzo posto tra le regioni italiane per femminici

Fonte: web Castedduonline.it
25 novembre 2022

Nel 2022 sette donne uccise in Sardegna: “Isola al terzo posto tra le regioni italiane per femminicidi”

Le consigliere del centrosinistra: “Sono 7 le donne uccise nella nostra regione dall’inizio dell’anno, un numero che ci colloca al terzo posto nell’infame graduatoria delle regioni a più alto tasso di femminicidio in Italia. Il consiglio regionale ha tradito gli impegni. Vogliono illuminare la facciata di rosso? Sì, ma per al vergogna”

 

” Sono 7 le donne uccise nella nostra regione dall’inizio dell’anno, un numero che ci colloca al terzo posto nell’infame graduatoria delle regioni a più alto tasso di femminicidio in Italia. Serve agire per prevenire, e lo si fa, con un impegno concreto ad attivare azioni di sensibilizzazione e di educazione, azioni che devono partire in primo luogo dalle Istituzioni. Ad ogni 8 marzo discute di parità di genere, ad ogni 25 novembre di violenza agita dagli uomini contro le donne. Non basta più la solidarietà o lo sdegno. Alle buone intenzioni si deve dare seguito con azioni concrete partendo dall’attuazione degli 11 punti previsti dall’ordine del giorno che un anno fa il consiglio regionale aveva approvato all’unanimità” a dirlo, con le consigliere della minoranza Rossella Pinna, Laura Caddeo, Desiré Manca e Maria Laura Orrù ci sono anche i colleghi consiglieri appartenenti alle forze di opposizione. Vale la pena ricordare” scrivono le consigliere, “che il 1 ottobre ’21 in occasione della seduta Statutaria dedicata alle discriminazioni e alla violenza di genere, il Consiglio aveva approvato, con grande soddisfazione generale, un ordine del giorno. Oggi, ad oltre un anno dall’approvazione, quell’ODG nella maggior parte degli impegni non è stato attuato. Che ne è stata dell’istituzione dell‘assessorato per le pari opportunità? Cosa ha impedito l’istituzione della Commissione speciale per la lotta alla disparità di genere? Queste misure, molto semplici ma di sicura efficacia sono rimaste lettera morta, così come il Piano strategico pluriennale per il contrasto alla violenza e alla discriminazione. Eppure si era stati concordi nel ritenere l’attuazione dell’odg una urgenza improcrastinabile.”  Un anno dopo quell’impegno, illuminare di rosso la facciata del Consiglio Regionale è segno di sensibilità verso le donne vittime di violenza, una sensibilità di facciata, è il caso di dirlo. Mai come quest’anno l’intero Palazzo si prepara ad arrossire per la vergogna”.


Solinas. “Il rispetto reciproco, il rifiuto della violenza, il contrasto verso ogni forma di discriminazione, brutalità e sopruso sono un impegno e una responsabilità per tutti, che insieme al rafforzamento dei diritti, in particolare di quelli delle donne, rappresentano un traguardo da raggiugere e conquistare per rendere la nostra società moderna, inclusiva, libera. La violenza non è un destino, dobbiamo andare oltre lo stigma dell’irreversibilità. La strada da fare è ancora tanta, ma la violenza si può combattere offendo alle vittime un’alternativa, attraverso una rete di protezione e assistenza che le accompagni in un percorso di affrancamento e liberazione”. Lo ha detto il Presidente della Regione, Christian Solinas alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, rivolgendo un pensiero a tutte le donne, in particolare alle donne sarde.

“La ricorrenza di domani – evidenzia il Presidente Solinas – non deve essere solo l’occasione per ricordare i dati drammatici di un fenomeno che affligge tutti i paesi del mondo, ma deve essere anche il momento per riflettere e per mettere in campo tutte quelle iniziative utili a combattere la violenza e offrire alle donne un’alternativa di vita libera, di crescita personale e professionale, di riscatto. Occorre, in questo senso, uno sforzo unanime di tutte le Istituzioni”. “La Regione rinnova il suo impegno in una battaglia di civiltà per la difesa dei diritti delle donne con misure di contrasto e prevenzione – prosegue il Presidente – Sul territorio opera attivamente, attraverso i centri antiviolenza e le case d’accoglienza, per assicurare alle donne vittime di maltrattamenti ascolto e accoglienza”.


Sono stati, a questo proposito, raddoppiati i finanziamenti destinati a queste strutture, che devono far fronte a un significativo aumento delle richieste di aiuto (2 milioni di euro contro il milione dell’anno precedente), sono state stanziate risorse per le spese legali e per l’inserimento lavorativo, e dato piena attuazione al reddito di libertà. Il Tavolo regionale di Coordinamento della rete contro la violenza di genere è già al lavoro per rafforzare la rete di sostegno a tutela delle vittime, ma anche per promuovere iniziative di sensibilizzazione verso la cittadinanza.

Per dire no alla violenza di genere, l’Assessorato regionale del lavoro ha scelto un’immagine simbolo, che sarà declinata sui canali di comunicazione digitali della Regione Sardegna. Una panchina rossa, sulla spalliera una frase della poetessa Alda Merini “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne” per ricordare quelle morti assurde avvenute tra le mura domestiche, dopo mesi, anni di abusi vissuti, a volte, in silenzio. Negli ultimi cinque anni, in Sardegna ci sono stati 18 femminicidi, il 40% nella Città metropolitana di Cagliari. Un terzo delle vittime era di nazionalità straniera. A uccidere sono in maggioranza i partner o gli ex. Più precisamente, sono 7 le vittime nei Comuni dell’hinterland di Cagliari, 6 erano di Sassari, due di Oristano, due del Sud di Sardegna e una di Nuoro.

“Ogni anno – afferma l’assessore della Programmazione e del Lavoro, Giuseppe Fasolino – il 25 novembre ci confrontiamo con dati impietosi che ci ricordano che il femminicidio è un problema di tutti, un’emergenza sociale. Non basta una giornata di sensibilizzazione, perché ogni tre giorni una donna viene uccisa per mano di un uomo. Deve proseguire e aumentare l’impegno delle Istituzioni e la consapevolezza dei cittadini per costruire una cultura che rigetti con forza ogni tipo di maltrattamento nei confronti delle donne. Perché il contrasto alla violenza è una responsabilità di tutti noi. In questa occasione vogliamo ricordare anche le vittime delle guerre. La violenza di genere, compresa quella sessuale, infatti, è uno strumento di guerra molto diffuso, anche se invisibile alla cronaca. Lo stupro, il traffico di esseri umani e gli abusi sessuali diventano, infatti, una strategia di controllo e umiliazione nei contesti di guerra. Un pensiero speciale va alle donne ucraine, colpite da una violenza inattesa e crudele, e alle donne iraniane, che da tempo protestano contro la repressione e l’uso del velo come forma di oppressione.