Rassegna Stampa

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Reddito di cittadinanza, la premier Meloni: “Sarà abolito dalla fine del 2023 per chi può lavorare”

Fonte: web Vistanet Cagliari
23 novembre 2022

Reddito di cittadinanza, la premier Meloni: “Sarà abolito dalla fine del 2023 per chi può lavorare”

La nuova presedente ha precisato: "Le persone che non possono lavorare: disabili, anziani, famiglie prive di reddito con minori a carico e aggiungiamo le donne in gravidanza, continueranno a essere tutelare."


22 Novembre 2022 13:08 La Redazione
Il Governo guidato da Giorgia Meloni verso l’abolizione del Reddito di cittadinanza.

Prima della cancellazione, vi sarà un periodo transitorio in cui saranno effettuati maggiori controlli su chi lo percepisce e chi riceve le offerte di lavoro.

Ha affermato la premier in conferenza stampa: “Noi abbiamo sempre pensato che uno Stato giusto non mette sullo stesso piano dell’assistenza chi può lavorare e chi non può. Avremmo avuto bisogno di più tempo per fare una riforma complessiva di questa materia, ma lo faremo”.

La nuova presedente ha precisato: “Le persone che non possono lavorare: disabili, anziani, famiglie prive di reddito con minori a carico e aggiungiamo le donne in gravidanza, continueranno a essere tutelare.”

“Per gli altri, per chi è in grado di lavorare – ha sottolineato la Meloni -, il reddito di cittadinanza viene abolito alla fine del 2023. Nel 2023 non potrà essere percepito per più di otto mesi complessivi, ma in ogni caso decade al rifiuto della prima offerta di lavoro”.

Nel testo della manovra sono stati posti i vari passaggi della riforma: “Dal 1° gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 7/8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. Si decade anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua”.