Rassegna Stampa

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Rilancio del deposito PolNato nella caverna di Sant'Elia: silenzio sul progetto

Fonte: www.youtg.net
4 agosto 2022

Rilancio del deposito PolNato nella caverna di Sant'Elia: silenzio sul progetto



CAGLIARI. Era in mano alla Us Navy, la marina militare americana. Il ministero della Difesa ne ha riconquistato il possesso del 2017 e ha assegnato alla società di Stato Difesa Servizi il compito di valorizzarlo, coinvolgendo i privati, attraverso un project financing, con un piano di riqualificazione da 18 milioni di euro.

Ma è calato il silenzio sul bando per la gestione del deposito combustibili ex PolNato di Sant'Elia, una grande infrastruttura (ora ferma) che parte dal molo di Levante del porto, passa in un cunicolo nella zona del parco degli Anelli e verso il lazzaretto, poi finisce sottoterra verso il colle di Sant'Elia per espandersi di nuovo "in caverna", dentro la Sella del Diavolo.

Per quarant'anni è stata una infrastruttura strategica: con una capienza di 280mila metri cubi era considerata, si legge, "la risorsa principale, in termini di stoccaggio e distribuzione, per le unità navali della Nato che operavano nel Mediterraneo, fornendo il combustibile per l’uso marittimo e per il rifornimento degli assetti aerei imbarcati".

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Ora è da rimettere in attività, per il ministero della Difesa. Che non pensa nemmeno lontanamente di applicare l'articolo 14 dello Statuto, secondo il quale i beni non più funzionali alle esigenze di difesa devono essere ceduti alla Regione.

Attraverso la gara di Difesa servizi l'obiettivo era garantire una funzione duale, civile e militare, da affidare a un privato. Che, da una parte, investendo fondi propri avrebbe avuto la garanzia di gestire un "distributore" in mezzo al Mediterraneo dove, secondo le carte pubblicate sul sito, avrebbe lavorato due due o tre approdi al giorno. E dall'altra avrebbe comunque dovuto  garantire la fruibilità militare, perché quel sito nelle viscere della promontorio sul mare cagliaritano deve "altresì assolvere alle esigenze connesse alla conservazione delle così dette scorte d'obbligo per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti in caso di crisi nazionale o internazionale".

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L'ipotesi del bando lanciato da Difesa servizi a dicembre del 2020 prevedeva 15 anni di concessione al privato che avesse manifestato interesse a rimettere in sesto tutto l'impianto per farci un business.

Il termine per la presentazione delle domande era fissato per aprile del 2021. Aggiornamenti sul sito dell'agenzia di Stato? Nessuno. E nessuna risposta è arrivata a seguito delle richieste di accesso civico alla documentazione di gara. Buco nell'acqua o segreto militare?