Rassegna Stampa

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Cagliari, gli ambulanti stremati assediano il Comune: “Stiamo crepando di fame, dateci i soldi”

Fonte: web Castedduonline.it
15 aprile 2022

Cagliari, gli ambulanti stremati assediano il Comune: “Stiamo crepando di fame, dateci i soldi”

I ristori previsti entro febbraio non sono arrivati, torronai e paninari protestano e si scagliano contro l’amministrazione comunale: “Senza i fondi non possiamo ripartire. Il Covid ci ha bloccati per due anni e dobbiamo riparare i nostri camion e acquistare la merce: siamo sommersi dai debiti”. GUARDATE le VIDEO INTERVISTE

 

Sono alla fame, e sembra uno scherzo visto che, per tanti anni, hanno sfamato migliaia di sardi vendendogli panini col wursterl, torrone e patatine fritte. Gli ambulanti di Cagliari, ora, sono in ginocchio. Senza lavoro per due anni per colpa del Covid, non hanno più soldi e quelli previsti dal Comune non sono mai arrivati. Risultato? Protesta, una trentina di loro ha urlato tutta la rabbia possibile nel piazzale interno di palazzo Bacaredda. Nel mirino finisce l’amministrazione comunale, a partire dal sindaco Paolo Truzzu. E Paolo Zedda, presidente di Ambulantando, è furioso: “Il bando è con i soldi dell’Unione europea, abbiamo subìto due anni di fame. Abbiamo chiesto più volte dove siano finiti i contributi, non ce li hanno ancora dati. Ci è stato risposto che stanno facendo controlli all’Agenzia delle entrate e in questura. In base alle presenze fatte dovremmo prendere 3mila o 5mila euro. Ci hanno promesso che entro febbraio ce li avrebbero dati”, racconta, “aprile sta finendo e stanno ancora aspettando risposte. Se dobbiamo soldi all’Agenzia delle entrate ci regolarizzeremo le cartelle da noi. Può essere che qualcuno sia moroso, ma vogliamo i soldi. Un anno fa hanno fatto i bandi per 13 posteggi, non sono mai stati assegnati. Stiamo crepando di fame, l’unico nostro sostegno sono le partite del Cagliari, ma in città gioca una volta ogni quindici giorni. Stiamo prendendo la merce a debito, la paghiamo e non ci resta nulla in tasca”.
Maurizio Boi vende patatine fritte: “Sono fermo da più di due anni. Dovevano liquidarci una piccola somma, non è arrivata e ancora oggi fanno richieste assurde”, denuncia: “Negli ultimi quattro mesi ho lavorato solo una volta, mi servono i soldi per ripartire”. Claudio Di Martino vende panini alle sagre, ancora tutte ferme, e fuori dalla Unipol Domus: “Non so quanti soldi dovrei avere ma mi servono per ripartire. Pagarmi le forniture di pane e salsiccia, l’assicurazione del mio camion bar. Ho ripreso fuori dallo stadio, ma si sta lavorando poco. Per Sant’Efisio avrò un posteggio ma mi servono i denari, ho le gomme del camion ormai ovalizzate. Non ho nessun debito, in famiglia lavoro solo io”.