Rassegna Stampa

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L’abbraccio di Cagliari ai 58 profughi ucraini: applausi all’arrivo di donne e bimbi scappati dalla

Fonte: web Castedduonline.it
9 marzo 2022

L’abbraccio di Cagliari ai 58 profughi ucraini: applausi all’arrivo di donne e bimbi scappati dalla guerra

I due pullman arrivati a Terramaini, subito un pasto caldo e, poi, le visite mediche. La nuova vita di decine di piccoli, con le loro madri affidatarie, fuggiti dall’inferno dell’Ucraina. I soccorritori: “Li tratteremo come figli, chissà se resteranno per sempre nell’Isola”

 

Un fiume di applausi, da parte degli ospiti della casa di riposo di Terramaini e di tutti i volontari e soccorritori della Protezione Civile, ha scortato i due bus entrati nel giardino della struttura di Cagliari. A bordo non c’erano persone qualsiasi, ma cinquantotto profughi ucraini. Tanti bambini, con le loro madri affidatarie, che sono riusciti a scappare dalla guerra grazie all’impegno del console ucraino in Sardegna, Anthony Grande, il deputato Ugo Cappellacci e la grossa schiera di volontari. Subito un pasto caldo e tutte le visite mediche, incluso tampone anti Covid: il piano d’accoglienza imbastito da ProCiv, Regione, Comune e Assl ha funzionato. Tutti rimarranno, almeno per i prossimi giorni, a Terramaini. Un altro gruppo, invece, ha raggiunto l’istituto delle suore Orsoline, nel litorale quartese di Flumini.
“Il loro sorriso è la vittoria più grande, li abbiamo trattati e li tratteremo come figli”, afferma Ugo Cappellacci, mentre porta dai volontari un gruppo di bambini che non si separa mai da due peluches e due cani. “È stata una missione difficile, siamo passati anche sotto le bombe”. Il sole e il cielo limpido di Cagliari somigliano al Paradiso in terra. Ma la guerra va avanti, e il console Anthony Grande spiega, quando è ancora sulle scalette di uno dei pullman, che la ripartenza è quasi immediata: “Mi hanno contattato, dicendomi che ci sono altre decine di bimbi da portare in salvo. Appena ci saranno le condizioni ripartiremo, non possiamo lasciarli lì, hanno diritto anche loro ad un futuro migliore, in pace e lontano dalla guerra”.