Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stadio e burocrazia, Europei addio?

Fonte: L'Unione Sarda
21 ottobre 2009

Comune. Nulla di fatto nella riunione tecnica di ieri, chiesta alla Federazione una proroga fino al 30 ottobre 

Il sindaco: «Per la vendita ci serve l'ok della Regione»

Nonostante il nuovo inghippo burocratico la Giunta ha comunque preso una strada precisa: vendita dell'area al Cagliari calcio per la demolizione e il rifacimento dello stadio.
Risolte tutte le questioni politiche e tecniche da mesi sul tavolo (con la decisione di vendere l'attuale Sant'Elia al Cagliari calcio, che ne dovrebbe curare l'abbattimento e la ricostruzione), la pratica urbanistica e patrimoniale sul nuovo stadio si è incagliata prima di entrare in porto. Tutto per colpa di un vecchio documento datato 1961, che ha regolato il passaggio dell'area in questione dalla Regione al Comune.
LA SORPRESA Così dalla riunione tecnica di ieri mattina, al termine della quale dal Municipio sarebbe dovuta partire una risposta alla Figc per quel che riguarda la candidatura a ospitare le partite di Euro 2016, sono emerse nuove difficoltà. Che la giunta comunale non dispera di superare in una nuova corsa contro il tempo, che in via Roma credono possa protrarsi fino al 30 ottobre. «Quella è la data entro la quale la Federazione dovrà presentare un suo primo dossier all'Uefa - ricorda il sindaco Emilio Floris - e pensiamo di riuscire a risolvere in tempo le ultime questioni burocratiche, anche grazie all'intervento della Regione. Fino all'ultimo giorno siamo sempre in tempo a convocare il Consiglio o la Giunta per l'adozione dell'atto ufficiale che ci viene richiesto».
IL PROBLEMA È incredibilmente emerso, visto che della questione-stadio si parla da anni, solo nella riunione di ieri: «I dirigenti comunali hanno fatto notare che, nel 1961, quando la Regione cedette al Comune il terreno sul quale venne poi costruito il Sant'Elia - ricorda Floris - parlò di destinazione finalizzata esclusivamente alla costruzione di uno stadio di proprietà pubblica, come in effetti è sempre stato. La cessione della stessa area al Cagliari calcio rischierebbe quindi di essere invalidata nel caso i precedenti proprietari decidessero di far valere la clausola in questione. Ho così immediatamente interessato il presidente Ugo Cappellacci, che mi ha assicurato un pronto coinvolgimento degli assessorati ai Lavori pubblici e all'Urbanistica. Si tratta di trovare una soluzione che renda veramente efficace l'operazione che ormai abbiamo deciso di portare avanti».
LE NOVITÀ Una vera iattura, visto che per il resto la questione sembrava essersi finalmente sbloccata: la relazione tecnica della commissione ad hoc ha, infatti, stabilito che non è possibile procedere a una semplice ristrutturazione dell'attuale stadio per ottenere i necessari requisiti di modernità, comodità e funzionalità richiesti non solo dall'Uefa: «Perché dobbiamo da subito sgombrare il campo dagli equivoci - conclude il sindaco - anche se dovessimo perdere l'opportunità di ospitare gli Europei di calcio (che la Federazione italiana deve ancora riuscire a farsi assegnare), la questione di un nuovo stadio a Sant'Elia non è più rinviabile».
Così, accanto alla soluzione tecnica della demolizione e successiva ricostruzione, la Giunta ha assunto anche un'altra importante risoluzione: posto che il patto di stabilità impedisce al Comune di fare investimenti per la realizzazione di una nuova struttura sportiva (e che l'unico progetto attualmente in campo è quello presentato dal Cagliari calcio per la Karalis Arena) la scelta è quella di cedere l'area in questione al soggetto privato.
Venendo incontro, con qualche aggiustamento di tipo tecnico, alla manifestazione d'interesse depositata due settimane fa dal presidente Cellino. Ora il nuovo parziale stop, al quale si cerca di porre rimedio attraverso una trattativa-lampo con la Regione. Anche se i margini di riuscita sono ridotti al minimo.
LA SOCIETÀ Il presidente Massimo Cellino, immediatamente raggiunto negli Usa dalle novità maturate nella mattinata di ieri, non si stupisce: «Ho sempre saputo che la burocrazia è il nostro principale avversario - commenta - certo, sarebbe stato meglio sapere mesi fa di queste pendenze con la Regione. Io, per parte mia, avevo già contattato il presidente Cappellacci, chiedendogli un suo interessamento. Spero che questo possa agevolare una risoluzione delle questioni. Anche se, onestamente, continuo a non crederci troppo».
ANTHONY MURONI

21/10/2009