Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Usava i politici per chiedere soldi: tre anni

Fonte: L'Unione Sarda
19 ottobre 2009




Ha usato i loro nomi per spillare quattrini in giro ma nessuno ha voluto infierire:
Andrea Pirastu, Piergiorgio Massidda, Mauro Pili, Giorgio Corona e Nino Granara non si sono neanche presentati al Palazzo di giustizia. Hanno deciso di non costituirsi parte civile contro Davide Cabras, quel giovane portatore di voti per Forza Italia che per qualche tempo è stato pure presidente della Circoscrizione La Palma e alle Comunali di qualche anno fa era il primo dei non eletti.
È stato condannato a tre anni Cabras per millantato credito, truffa e falso ma non dovrà risarcire un euro visto che perfino chi ha perso decine di migliaia di euro ha rinunciato alla rivalsa contro un imputato (giudicato in contumacia) che aveva confessato di aver agito per bisogno. Tanto che l'avvocato Carlo Amat ha insistito in modo particolare soprattutto sul millantato credito visto che sul punto Cabras aveva sfumato, nel senso che non aveva ammesso di aver speso il nome di alcuni politici di punta di Forza Italia.
Il processo è durato neanche due ore, dopo altri 120 minuti è arrivata la condanna. Ed è la seconda per Davide Cabras: il 23 luglio 2007 aveva rimediato tre anni e mezzo (ma in Tribunale, senza lo sconto di cui ha beneficiato ieri con l'abbreviato). Anche quella volta era accusato di falso, millantato credito e ricettazione, insieme con l'ex parroco di La Palma padre Roncoli, quello dell'ammanco in chiesa. Allora in cambio di 2.500 euro Cabras aveva assicurato l'interessamento del presidente Nino Granara per l'assunzione dei due giovani presso l'Autorità portuale.. Questa volta invece aveva usato il nome di Pirastu, Massidda, Pili, Corona, Granara per farsi consegnare quattrini in due distinte occasioni. La prima: aveva chiesto 30.000 euro alla figlia del notissimo ristoratore Eugenio per annullare le ipoteche su tre immobili pagando meno tasse del dovuto. La mediazione era costata alla donna 10.000 euro, rateizzati, 830 la settimana: appuntamento ogni sabato al ristorante dove Cabras mangiava gratis, da solo o in compagnia di amici e parenti, una volta erano in trenta. Avrebbe preteso anche il noleggio (1.850 euro) di una Opel Corsa oro metalizzato e un assegno da mille euro. Quando il marito della ristoratrice aveva chiesto la ricevuta dei soldi versati Cabras, durante un incontro davanti al Palazzo di giustizia, aveva consegnato un falso documento a firma del direttore di Equitalia. La seconda: una persona conosciuta in ospedale non trovava lavoro e Cabras gli aveva offerto il suo aiuto. Se avesse procurato voti per Pirastu, Massidda, Pili, avrebbe ottenuto un posto da ragioniere all'assessorato all'Agricoltura. Non solo: Cabras si era detto in grado di far assumere anche altre persone, nella clinica Villa Elena di Pirastu: dovevano solo consegnargli i documenti per l'ufficio di collocamento più 382 euro a testa.
Si era fidata la figlia di Eugenio e si erano fidati i giovani in cerca di lavoro: Cabras aveva incassato ma presto il trucco era stato scoperto. Erano partite le denunce che, il 12 marzo dello scorso anno, lo avevano portato in cella.
MARIA FRANCESCA CHIAPPE

17/10/2009