Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I commercianti rifiutano il contratto con Abbanoa

Fonte: L'Unione Sarda
6 ottobre 2009

San Benedetto. Protesta



Vibranti proteste al mercato di San Benedetto: gli operatori dei box sono da tempo sul piede di guerra contro la decisione del Comune di obbligare ciascuno di loro a stipulare un contratto individuale con la società Abbanoa. «In tempi di crisi», si lamenta Piero Ruggiu, storico pescivendolo, nonché membro dell'associazione San Benedetto, «i nostri amministratori non possono continuare a imporci nuovi balzelli. Non riusciamo davvero a capire per quale motivo oggi il Comune ci voglia obbligare a pagare l'acqua dopo che per 50 anni i consumi idrici sono sempre rientrati nel canone». Gli fa eco Carlo Coiana, venditore di prodotti ittici surgelati. «Esiste un regolamento preciso che non mi pare sia stato mai modificato», sostiene, «prevede che le spese per l'utilizzo dell'acqua, così come quelle per la pulizia del mercato o per lo smaltimento degli scarti, siano ricomprese nel canone. Da un po' di tempo, però, il Comune sta iniziando a farci pagare ogni singola voce separatamente, scorporandola dal canone. E tutto questo senza diminuire di un solo euro l'entità del canone stesso. Mi sembra assurdo, oltre che contrario al regolamento in vigore».
LA SORGENTE I 200 operatori del mercato si domandano come mai debbano pagare l'acqua (solo per l'allaccio ci vorranno ben 200 euro) se sotto il mercato è presente una ricchissima fonte d'acqua che in teoria potrebbe garantire l'autosufficienza idrica all'intera struttura. «Anziché attingere da questo pozzo», riprende Ruggiu, «si utilizza l'acqua di rete e i costi dobbiamo sobbarcarceli noi operatori. Vi sembra giusto?». Al mercato di San Benedetto il sistema di gestione dei consumi idrici è sempre stato lo stesso dal 1957. Fino ad oggi esisteva un unico contatore comunale e la spesa idrica veniva ripartita in egual misura tra tutti gli operatori. Ora però il Comune vuole che ogni singolo box abbia il suo contatore, con il risultato che le spese per i consumi d'acqua non saranno più incluse nel canone, ma rappresenteranno un onere in più. Da qui le ragioni della durissima protesta.
IL COMUNE Quattro mesi fa l'assessorato delle Attività produttive aveva informato gli operatori della novità con l'invio di una lettera, ricevuta da ogni singolo commerciante. «Il termine ultimo per adempiere all'obbligo di allaccio», spiega Ruggiu, «scadrà proprio questa settimana e dunque siamo molto preoccupati». Chi non risulterà in regola subirà infatti l'immediata interruzione dell'erogazione dell'acqua potabile. ( p. l. )

06/10/2009