Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Servitù militari, il Comune alza la voce

Fonte: L'Unione Sarda
6 ottobre 2009

Mai aperto il tavolo di confronto con la Regione sulla cessione di stabili e strutture a loro volta cedute dallo Stato

Audizione in commissione, ritardo nei trasferimenti

Il presidente della commissione Cultura Maurizio Porcelli: «C'è il rischio che le strutture vengano occupate abusivamente». Il sindaco: «Confermiamo il nostro interesse, la Regione sa tutto».
Si avanti a strappi, ma si va avanti. Nel senso che nell'infinita partita in corso tra Stato e Regione sulla questione delle servitù militari ora prova a inserirsi nuovamente il Comune. Che accampa diritti e ribadisce l'interesse sui beni delle zone di Monte Urpinu e Sant'Elia, senza scordare quelli di Calamosca. Anche se, sullo sfondo, la notizia vera (non positiva) è quella dell'assenza di un tavolo istituzionale di confronto tra Regione e Municipio, per stabilire un proficuo utilizzo di ex caserme e altri siti fin qui di interesse pubblico.
LA COMMISSIONE A riaprire un capitolo infinito, recentemente riempito di contenuti grazie a un accordo tra Stato e Regione, è la commissione comunale Cultura, che ieri si è occupata della questione mettendo all'ordine del giorno l'audizione di Gianni Aramu, funzionario della presidenza della Giunta regionale che lavora a stretto contatto con i 14 componenti (7 nominati dal Governo e 7 dalla Giunta regionale) del comitato paritetico sulle servitù militari.
LE NOVITÀ A lui è toccato fare il punto di una situazione sempre più ingarbugliata: «Con il recente passaggio, avvenuto quattro mesi fa, dal ministero dell'Economia (che l'aveva a sua volta ricevuta dal dicastero della Difesa) alla Regione della caserma di viale Monte Grappa (a Is Mirrionis) sono già diversi i beni che sono teoricamente disponibili ma che restano inutilizzati - fa notare Maurizio Porcelli, presidente della commissione Cultura - strutture delle quali il Comune avrebbe un immenso bisogno, sia per realizzare uffici o centri di servizio che per assegnarli in concessione ad associazioni di volontariato o culturali. È per questo che la nostra commissione inizierà già lunedì 12 ottobre una serie di sopralluoghi nei vari siti. Alla fine stenderemo una relazione che verrà inviata al sindaco sotto forma di ordine del giorno, con un impegno pressante perché venga aperto un tavolo al quale trovare l'accordo con la Regione».
IL SINDACO Perché in Municipio, da sempre, si guarda con attenzione alla potenzialità di quelle strutture: «Non abbiamo mai nascosto il nostro interesse, sia per l'acquisizione diretta che indiretta dei benefici che potrebbero arrivare dall'assegnazione di alcuni siti strategici al patrimonio comunale - dice il sindaco Emilio Floris - penso a uno stabile ex militare di via Liguria, nel quale l'Ersu ha detto di voler realizzare una mensa universitaria. Eventualità che libererebbe quella di via Premuda, dove il Comune potrebbe realizzare uno dei suoi archivi».
I PROBLEMI Per ora solo ipotesi, anche se non ci si nasconde che le potenzialità vere sono soprattutto quelle delle aree di Calamosca. «Per la caserma Ederle c'è anche chi ha parlato di una riconversione in hotel di lusso e per le altre aree di quella zona resta sempre in piedi l'ipotesi dell'Arena per i grandi eventi che il Comune prima o poi dovrà realizzare», conclude Maurizio Porcelli, «l'interessante è capire cosa si dovrà fare di quegli stabili, alcuni assolutamente interessanti. Lasciarli vuoti o in balia a vandali o ad abusivi che potrebbero occuparli, facendone la propria residenza, sarebbe un delitto».
LA REGIONE Chiamato a esporre lo stato dell'arte, il funzionario regionale Gianni Aramu ha richiamato tutti alla realtà: «Ci sono oggettive difficoltà che le autorità militari frappongono per spiegare i ritardi nei passaggi di alcuni dei beni formalmente già dismessi - ha ricordato - nel caso della caserma Ederle, dell'ospedale militare e degli alloggi di servizio della caserma Griffa, l'obiettivo dichiarato dal Ministero è quello di trasferire tutto il personale che oggi utilizza quelle strutture nella caserma Mereu di via San Bartolomeo. Chiaramente servono dei lavori di adattamento e ampliamento che, al momento, non sono ancora iniziati».
IL PROGETTO L'interesse del Comune, come detto, è maggiore per Monte Urpinu e Sant'Elia.
Nel primo caso per creare un sistema di continuità con il parco di Molentargius, anche se sulle aree ex deposito di carburante c'è da superare lo scoglio delle risorse economiche «per la bonifica dei depositi e delle condutture - ricorda il sindaco - anche in questo caso andrà trovata una soluzione assieme alla Regione».
ANTHONY MURONI

06/10/2009