Rassegna Stampa

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Il commissario Ats: "Contagi arrivati da zone a rischio, Sardegna isola felice"

Fonte: www.youtg.net
25 agosto 2020

Il commissario Ats: "Contagi arrivati da zone a rischio, Sardegna isola felice"

CAGLIARI. Ottantuno casi ieri, più novantuno oggi. Il coronavirus in Sardegna sta circolando, tanto che il tam tam dei sindaci sui social per informare i concittadini, è ripreso. I primi cittadini di Mandas e Samassi hanno deciso di sospendere le visite nelle case di riposo.Troppo pericolose per gli anziani che nella precedente ondata sono stati i più colpiti. Regole più rigide a Bari Sardo: la mascherina si usa non solo dalle 18 alle 24 nei luoghi più affollati, ma tutto il giorno dove si potrebbero creare assembramenti. Oggi l’età media dei contagi si è notevolmente abbassata, 30 anni. E se l’Isola fino a poche settimane fa veniva definita “felice”, oggi fa preoccupa. Le altre regioni definiscono quella della Sardegna una situazione “bomba”.

“È ancora un’Isola felice, si sta sempre benissimo”, precisa Giorgio Steri, commissario straordinario dell’Ats, “il numero dei contagi si è registrato perché non è stato possibile controllare i turisti arrivati in Sardegna”. Il numero uno dell’Ats confessa che la sanità sarda si aspettava un incremento di questo tipo. “Se non si effettuano i controlli e vengono le persone dalle zone a rischio, questo è quello che doveva succedere e che purtroppo è successo”.

Solo nel bollettino di oggi si registrano 75 casi accertati dopo il tracciamento dei contatti di casi positivi precedentemente accertati. “Sono tanti i positivi riscontrati anche solo perché arrivati dalle zone pericolose”. Intanto Lazio e Campania chiedono i tamponi per tutti coloro che arrivano dall’Isola. “Noi cerchiamo di tracciare e contenere tutti i casi, e stiamo facendo ciò che dobbiamo fare, non entriamo in discorsi politici di scelte che non competono a me, lo vedranno i politici supportati dai pareri tecnici”. Steri raccomanda “il rispetto della distanza, l’utilizzo della mascherina, ed evitare i luoghi affollati, ciò che rischia la popolazione è il contagio”. Intanto il sistema sanitario è messo a dura prova: “Abbiamo tutti gli operatori iperaffaticati, stiamo cercando di reclutare personale sanitario, ma non è facile”.