Numeri positivi nei mesi estivi. Pellegrini: sistema da modificare non da demolire
«Presenze raddoppiate». Ma è polemica sulla privatizzazione
L'assessore: «L'Anfiteatro romano è un posto incantevole. Non voglio che torni ad essere una discarica».
Nel primo semestre il bilancio era desolatamente in rosso con un calo di biglietti staccati rispetto ai già non brillantissimi anni precedenti. «Sono aumentati i centri e i fondi sono sempre gli stessi», aveva denunciato l'assessore alla Cultura giustificando così una programmazione appassionata, volenterosa e dignitosa ma evidentemente poco appetibile. A fine estate l'inversione di tendenza: frotte di turisti, atterrati a Elmas con i voli low cost e approdati al molo Rinascita con le navi da crociera, hanno apprezzato i centri comunali d'arte e cultura facendo esultare Giorgio Pellegrini: «Abbiamo raddoppiato le presenze rispetto all'anno scorso», ha annunciato ieri il numero uno di viale San Vincenzo presentando, nel corso di una conferenza stampa nella splendida cornice del Ghetto di via Santa Croce, i dati a consuntivo dell'estate più affollata della breve storia turistica della città.
NO ALLA DEMOLIZIONE Un incremento («cui ha contribuito anche l'assessorato al Turismo») che fornisce a Pellegrini il pretesto per ribadire il no all'annunciata privatizzazione della gestione dei centri, suggerita dal Consiglio («non spenderemo più un soldo per i centri culturali», aveva detto il presidente della commissione Cultura Maurizio Porcelli) e ratificata dall'apparato dirigenziale. «Sono per la chirurgia plastica non demolitoria», ha ribadito l'assessore chiarendo che «il Comune dovrebbe tenere tre-quattro centri e gestirli con intelligenza ma non affidare tutto ai privati».
Certo è che su questo fronte si sta giocando una partita importante: da una parte pezzi consistenti di maggioranza ed i dirigenti - Ada Lai (capo area) e Gerolamo Solina (dirigente di settore) - che pensano, in sintesi, che dopo aver investito per anni per ristrutturare i centri ed incrementarne il numero sia necessario affidarne la gestione a privati perché affianchino alla programmazione culturale iniziative collaterali che contribuiscano a far quadrare i conti. Dall'altra Pellegrini ed i gestori dei centri che ritengono che Exma'. Ghetto, Castello di San Michele, Torri dell'Elefante e di San Pancrazio, Lazzaretto e Teatro civico di Castello (i siti che hanno avuto l'incremento maggiore di visitatori) siano un'importante attrattiva ma vadano solo gestiti con un po' di flessibilità in più, magari con l'aiuto di sponsor privati, sino ad ora lontani («impressionante l'indifferenza delle banche», ha detto l'assessore).
Sta di fatto che il Comune prima dell'estate ha chiesto pubblicamente che le imprese del settore manifestassero l'interesse per la gestione dei centri : sono arrivate 51 proposte. «Da lì partiremo per fare la gara vera e propria», ha spiegato ieri Solina.
L'ANFITEATRO Un'offerta nella quale, ha sottolineato subito l'assessore, non può mancare l'Anfiteatro: «Di fronte al successo degli spettacoli di quest'estate ho avuto un'illuminazione: Tigellio continua a cantare e c'è una linea di continuità storica tra lui e Baglioni. Una linea che va oltre i falsi problemi manifestati da chi vuole che questo straordinario monumento torni ad essere ciò che era prima che realizzassimo le tribune: una discarica».
LA TROUPE CANADESE Un Anfiteatro che - dice Pellegrini - ha incantato anche la troupe di una tv del Quebec (Evasion tv) che ha realizzato un documentario di sei ore sull'Isola e su Cagliari.
IL MIRACOLO GALLERIA Tra i miracoli estivi illustrati da un raggiante Pellegrini c'è quello della Galleria comunale, che ha registrato «ottimi numeri» anche grazie all'apertura notturna. «In passato andavo a visitare i centri e i gestori mi dicevano: “assessore, dopo le dieci non viene nessuno”. Poi abbiamo capito che mancava un'attrattiva e quando l'abbiamo avuta sono arrivati anche i risultati». Una svolta che ha una madre e dei figli: Anna Maria Montaldo, direttrice della struttura dei Giardini pubblici, e il gruppo di volontari di Artecrazia, l'associazione che ha organizzato ogni sera un appuntamento. «Così abbiamo anche formato nuovi operatori turistici e creato lavoro», ha sottolineato Montaldo.
CAMÙ Il presidente del consorzio Camù, che da anni gestisce i centri culturali cittadini, chiede di «non interrompere proprio ora il cammino avviato». Un appello anche a nome degli oltre 40 operatori del gruppo che, se la rivoluzione annunciata andrà in porto, rischiano di restare a casa.
FABIO MANCA
10/09/2009