Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari continua ad arrancare «Ma stiamo migliorando molto»

Fonte: L'Unione Sarda
28 novembre 2019


La città metropolitana di Cagliari è il fanalino di coda nella classifica regionale delle province sarde più virtuose nell'applicazione della raccolta differenziata, con una percentuale pari al 57,86%. Ugualmente, raschia il fondo della graduatoria il comune di Cagliari, che rientra tra i dieci comuni sardi meno performanti nella differenziazione dei rifiuti, con 36,41%, un dato ancora ben lontano dal raggiungimento dell'obiettivo del 65% previsto dalla legge, che eviterebbe oltre all'applicazione della tariffa piena sul conferimento residuale, anche un'ulteriore penalizzazione regionale sulla tariffa base.
Il Comune
«Il dato fa riferimento al 2018», commenta Alessandro Guarracino, assessore all'igiene del suolo, all'ambiente e alle politiche del mare, «quest'anno infatti ci dovremmo attestare su una media del 55%». E aggiunge: «Si tratta però pur sempre di un risultato da migliorare», precisa Guarracino, che spera di raggiungere la soglia del 65% già nel corso del 2020, e allontanare così la tariffa base il più possibile dalla penalità prevista. «Abbiamo un contratto da rispettare che metteremo in atto provvedendo all'estensione di alcuni servizi, in modo tale da apportare ad esempio dei cambiamenti negli orari del porta a porta, rendendoli più flessibili», dice l'assessore, che sottolinea però come il dato debba far riflettere, mettendo in conto infatti anche l'inciviltà di molti che non rispettano le regole.
La Città metropolitana
«Il dato della Regione fotografa la situazione dell'intera area metropolitana», spiega Stefano Mameli, 44 anni, direttore generale della Città metropolitana di Cagliari, «e può essere facilmente riconducibile ad almeno tre ragioni. Sul territorio metropolitano Cagliari presenta una percentuale ancora bassa di differenziata, perché avviata solo di recente, determinando quindi un abbassamento fisiologico della media. Inoltre si tratta dell'area più popolosa della Sardegna, che per di più attrae quotidianamente moltissimi pendolari, subendo così una forte pressione in termini di rifiuti. La Città metropolitana farà chiaramente la propria parte, non solo in termini di controlli, ma qualora lo si ritenga opportuno anche con una gestione metropolitana del servizio».
Il comitato urbano
Non è stupito il comitato urbano “Mi Rifiuto”, gruppo di cittadini cagliaritani che da maggio richiede con urgenza una revisione nell'organizzazione comunale del sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti urbani. «Si tratta di una pianificazione mal pensata rispetto alle caratteristiche della nostra città», spiegano i promotori, «basta vedere i quartieri con una maggiore densità di popolazione per comprenderne le problematiche, fino a culminare con le situazioni di disastro di Sant'Elia e Is Mirrionis. Una selva di mastelli buttati per terra». La soluzione? «La proposta più logica per noi sarebbe il ritorno ai cassonetti stradali. Non i vecchi chiaramente, ma i contenitori di arredo unificato con chiave magnetica. In questo modo si supererebbero i problemi di orario ma anche quelli dei costi aggiuntivi a carico dell'utente per la rimozione, il lavaggio e la custodia dei mastelli condominiali».
Plastic free
Sempre nell'ottica di migliorare le prestazioni nella differenziazione dei rifiuti è degna di nota “Barforthesea”, iniziativa della fondazione Medsea e dell'americana “Parley for the Oceans”, a cui hanno aderito anche otto chioschetti del Poetto, impegnandosi a ridurre l'utilizzo della plastica. In tre mesi, da luglio a settembre, hanno scongiurato l'uso di 700 kg di plastica, diventando così luoghi per la diffusione di un nuovo modo di vivere.
Michela Marrocu