Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Quattromila posti a rischio

Fonte: La Nuova Sardegna
31 agosto 2009

DOMENICA, 30 AGOSTO 2009

Pagina 1 - Cagliari

In molte aziende scadono gli ammortizzatori e tanti precari sono fuori dalla produzione



Marongiu (Cgil): intervengano Regione e Comune





di Roberto Paracchini
CAGLIARI. Sarà un autunno di passione e, probabilmente, di lotte. «I posti a rischio sono tanti - commenta Ignazio Marongiu, segretario della Camera del lavoro della Cgil - nella provincia diverse migliaia di persone potrebbero diventare disoccupate».
Tra ammortizzatori sociali in deroga e strumenti ordinari, nella provincia di Cagliari allargata (quella vecchia) vi sono circa quattromila persone interessate alla fine di questa forma di «aiuto». «E questo vuol dire - precisa Marongiu - che se l’economia non riprende, quei posti potrebbero scomparire».
Ma il dramma di questi mesi, in parte attutiti dalle assunzioni a tempo estive per il settore del turismo, riguarda la fascia dei precari che rappresenta circa un quinto di tutta l’occupazione. «Le assunzioni a contratto e a progetto e così tutte le altre forme a tempo - continua Marongiu - sono le prime a saltare. E molto spesso si tratta di perdite silenziose: tanti piccoli casi che, presi singolarmente, non hanno forza contrattuale e quindi poca visibilità. Ma sono numerosi. Questo discorso interessa in particolare i servizi che, compresi quelli pubblici, forniscono circa il 70 per cento degli occupati».
Poi c’è la questione-giovani, al cui interno l’ccupazione precaria rappresenta il settanta per cento. Da qui la ripresa dell’emigrazione, seppure in misura minore che dalle zone interne. Ma ad andare via dall’isola non sono solo le persone che non hanno ancora trent’anni, ma pure i quarantenni che hanno perso il lavoro. «Non dimentichiamo, poi - sottolinea il responsabile della Camera del Lavoro - che è in aumento il numero di coloro che non cercano nemmeno un’occupazione perchè pensano che non riusciranno a tovarla. A tutto discapito dell’occupazione femminile: da noi la forbice tra uomini e donne è tra le più alte d’Italia».
Tante anche le situazioni ancora in sospeso. Nel cagliaritano, riprende Marongiu, «c’è il caso della Ineos Film, i cui dipendenti sono in casa integrazione sino al febbraio del 2010. E poi?». E ancora: l’Unilever è diventata un esempio che sarebbe grottesco, se non vi fossero in gioco tanti posti di lavoro. Gli occupati si trovano in casa integrazione straordinaria in deroga, che scadrà a dicembre, ma non perchè l’azienda è in perdita, bensì per una razionalizzazione del gruppo. Eppure questa azienda era considerata un fiore all’occhiello dove venivano fatte le sperimentazioni di nuovi prodotti. Per la Metalpha, invece, c’è una situazione di preoccupazione sotterranea: nell’azienda giapponese (che produce cordini per le gomme-auto) non vi sono stati tagli, ma asssaggi di cassa integrazione.
In fortissima crisi è anche il «settore delle costruzioni, sia per l’edilizia residenziale che per le opere pubbliche - presegue Marongiu - i lavori per la diga di Monte Nieddu, ad esempio, iniziati e poi, per un contenzioso, bloccati. Per la strada 195, poi, vi sono le opere appaltate dall’Anas. Ma sono state assegnate con un ribasso d’asta consistente e questo si rifletterà sull’occupazione».
La crisi investe tutti i settori «e se non vi sarà una assunzione di responsabilità da parte degli enti locali, allora rischiamo veramente molto. Mi spiego: il governo regionale ha sette miliardi di euro di residui passivi. Deve trovare il modo di spenderli». E lo stesso discorso è valido per il Comune di Cagliari dove questa voce è di quasi cinquecento milioni.