Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sporcizia e incuria tra porto e città

Fonte: L'Unione Sarda
20 agosto 2019

Non ci sono. Ci sono. Non ci sono. Strisce pedonali a singhiozzo, tra il porto e la Rinascente. Attraversare è un'impresa: lo sanno bene i croceristi che appena sbarcati tentano di raggiungere i portici di via Roma sfidando il traffico. Qualcuno va avanti guardandosi intorno sbigottito e incredulo. Per poi far retromarcia e ritrovarsi al punto di partenza. Gli attraversamenti più vicini sono distanti una sessantina di metri. Troppo per non creare disagio a chi non è più giovanissimo. Ma qui la logica è saltata, costringendo i turisti (e naturalmente i cagliaritani) a sobbarcarsi parecchi metri per riuscire a raggiungere il quartiere Marina, i negozi, il centro storico. Insomma, la città da scoprire. «La farmacia...dov'è»? L'anziana turista vorrebbe raggiungerla. Deve desistere. Cammina a fatica, stretta al braccio del marito. Ci sono sessanta, cento metri da macinare prima di attraversare.
L'impatto
La discesa dalle grandi navi (fra tir e rimorchi) non è propriamente esaltante. Meno ancora l'impatto col salotto tutt'altro che buono dell'Autorità portuale che si incontra in porto. In viale La Plaia, tra la palazzina della dogana e il secondo ingresso dello scalo, corre una lunga fila di aiuole rinsecchite, mal gestite, non curate. Erbaccia e rifiuti. Bottiglie e scatoloni tra le piante assetate. Una palma è incorniciata da una transenna perenne. È li da mesi. Come l'altro sbarramento d'alluminio rovesciato sul marciapiede e mai rimesso in sesto.
Vetro e sporcizia
Dentro la colonna delle lampade due immancabili bottiglie di birra, diventate una sorta di testimonianza dell'incuria cittadina, dimenticate dai maleducati nottambuli. Si fanno spazio nelle aiuole, tra i rami spesso non più verdi delle piantine, condividendoli con calici di vino e bottiglie di vermentino consumato sulle panchine di legno. Sporcizia che nessuno raccoglie. Per giorni, settimane. Mentre i turisti sfilano davanti per raggiungere le strisce zebrate.
Tempi sbagliati
L'ora del degrado la scandisce l'orologio di via Roma. Un quadrante batte le undici. Peccato che siano le nove e cinquanta. Non va meglio sul retro, dove le lancette delle ore e dei minuti sono scomparse del tutto, lasciando uno sfondo candido, vuoto e inutile.
Cagliari città turistica: qualche pecca ancora ce l'ha.
Andrea Piras