«Abbiamo già vissuto la “deportazione”: non ne vogliamo affrontare un'altra». Gabriella Paderi è doppiamente interessata ai palazzoni. «Perché abito al Del Favero e perché faccio parte del comitato di quartiere». Certo, anche lei non ama quegli edifici. «Ma saremmo disposti ad andarcene solo dopo aver avuto la certezza di tornare». Perché anche lei teme che, lasciati i palazzoni, i residenti non tornino più a Sant'Elia. «Da tempo abbiamo la sensazione che il degrado in cui versano questi edifici sia voluto». Quasi un invito ad andare via. «Ma noi non abbiamo intenzione di farlo senza avere certezze sul futuro. Non deve succedere quello che è accaduto quando gli abitanti sono stati mandati via dal vecchio borgo con la promessa di ritornarci. Promessa disattesa».
Ora quelle famiglie che vivono nei palazzoni si sono rifatte una vita. «Di Sant'Elia si parla solo per fatti di cronaca nera. Ma qui, più che da altre parti, c'è un vero senso di comunità: la gente si aiuta a vicenda. Io stessa ho imparato a fare le iniezioni per dare una mano ai miei vicini». (mar. co.)