Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Senza un posto fisso da 25 anni»

Fonte: L'Unione Sarda
26 agosto 2009

L'odissea di una docente di ruolo: vince il concorso nel '90 ma perde quasi subito la sede 

Fra tagli, calo degli alunni, esuberi: sono una nomade

È una storia emblematica della scuola: succede pur nel rispetto delle regole del gioco che forse ora dovrebbero cambiare.
Dopo 25 anni di servizio non sa ancora qual è la sua scuola: in un quarto di secolo non ha fatto altro che perdere la sede, girando in lungo e in largo per tutta la provincia, costretta a rivedere ogni volta i programmi scolastici, oltre che i suoi progetti di vita. «In 25 anni non so cosa vuol dire portare i ragazzi dalla prima alla quinta».
L'ODISSEA Donatella Falchi è un'insegnante delle superiori, che non ha avuto neppure il tempo di assaporare il piacere del posto fisso. Per lei l'odissea inizia qualche anno dopo l'immissione in ruolo, conquistata dopo aver vinto, nel '90, il concorso ordinario che, dopo 7 anni di precariato, la fa salire in cattedra a insegnare la sua materia, Economia aziendale, a Senorbì. Classe di concorso molto ambita allora, tempi d'oro per gli istituti tecnici, tanto da poter ottenere dopo tre anni il trasferimento a Cagliari, dove ha sempre abitato. È qui che la sua carriera subisce una brusca e improvvisa inversione di tendenza, quando fa il suo ingresso al Leonardo Da Vinci. Se la sorte c'entra qualcosa, Donatella Falchi ha avuto la sfortuna di capitare in un istituto che, più di altri, resta orfano di alunni: nel giro di due anni perde il posto, diventa sovrannumeraria e per di più non può essere utilizzata in altri istituti perché Economia aziendale - classe di concorso A017 in forte esubero fin dalla fine degli anni Novanta - si può insegnare solo alla ragioneria e nelle scuole alberghiere professionali e turistiche.
VIAGGI ALLUCINANTI I tagli dell'organico fanno il resto, sballottandola tra Arbus e Iglesias, dove a fine anno perderà sempre il posto, finché non arriva un'altra batosta: deve andare ad insegnare in un corso serale, sempre nel capoluogo del Sulcis. «Dopo anni di servizio, per cause indipendenti dalla mia volontà, mi chiedono di lavorare di notte - spiega la docente - per 5 anni riesco a stare in un corso diurno a Iglesias, ma l'anno scorso per me non c'era alcuna alternativa: ho viaggiato da sola, ogni sera e ogni notte sulla 130, quasi sempre sotto la pioggia, con lo stesso stipendio di chi lavora comodamente a Cagliari e senza neppure un giorno di assenza. Ma anche al serale ho perso il posto per l'ennesima volta e anche il punteggio, come succede quando diventi “Dop”, sovrannumeraria da più di 5 anni. Entro il 31 agosto saprò qual è la mia sede: una scuola nuova, dove sarò l'ultima arrivata, una supplentina dopo 25 anni di servizio. E la cosa assurda è che a Cagliari c'è gente con meno anni di insegnamento ma che ha più punteggio di me perché ha avuto la fortuna di non perdere mai la sede fin da quando hanno iniziato a lavorare in città».
LEZIONI DI VITA L'unica cosa che Donatella Falchi non ha perso, «è continuare a lavorare con passione: tutto questo mi amareggia, mi fa rabbia ma faccio uno sforzo per essere sempre positiva con i miei alunni, che dopo un anno sono sempre costretta ad abbandonare».
CARLA RAGGIO

26/08/2009