Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Impresa fallita, niente contratto di quartiere

Fonte: L'Unione Sarda
25 agosto 2009

IL caso



I pilotis dello spaccio sarebbero dovuti diventare un ricordo. Poi gli appartamenti: in programma c'era una ristrutturazione pesante, per eliminare le infiltrazioni d'acqua, i ballatoi pericolanti e gli impianti elettrici modello terzo mondo. Tutto scritto sul primo contratto di quartiere che avrebbe dovuto trasformare i palazzoni Del Favero, cuore malato di Sant'Elia. Invece hanno fatto qualche garage (una decina al massimo) e altri piccoli interventi, poi i lavori si sono fermati, rispettando la migliore tradizione italica: l'impresa fallisce a meno di un anno dall'apertura dei cantieri, si apre un bel contenzioso sulla gara d'appalto che vede da una parte l'Istituto autonomo case popolari (ora Area, Agenzia regionale per l'edilizia abitativa), dall'altra la ditta vincitrice e finita subito in bancarotta. In via Schiavazzi era stata costruita pure la sede, di quello che ai tempi (cioè nel 2004) veniva definito «esperimento di edilizia partecipata».
Un progetto deciso e pianificato insieme agli abitanti. Promesse di cambiamento, coinvolgimento dei cittadini, soldi già pronti per essere spesi. Ora i 4 milioni che avrebbero dovuto cambiare il volto dei casermoni (dove vivono 256 famiglie, circa 1.300 persone) ovviamente non bastano più, non c'è traccia di nessun cantiere, e la ripresa non è imminente: «Prima dovremmo scrivere un piano operativo», dice Francesco Licheri, direttore generale di Area. Sul contratto di quartiere, almeno quello iniziato e mai finito dall'impresa vincitrice, c'è una pietra tombale: «Gli interventi dovranno essere resi coerenti con la nuova strategia nata dal piano redatto dall'architetto Rem Kolhaas e dalle variazioni urbanistiche del Comune. Ci stiamo lavorando: l'ultimo incontro col sindaco di Cagliari risale a luglio, a settembre riprenderemo il discorso».
Nel frattempo, arriverà un «intervento tampone», ma stavolta dal versante comunale: «Ci occuperemo noi della progettazione e manutenzione del verde pubblico prevista dal contratto di quartiere», spiega la dirigente Ada Lai. Nelle casse ci sarebbero ancora 200 mila euro: «Si tratta degli unici fondi che ancora non sono stati trasferiti dal Comune ad Area, e visto che l'agenzia regionale non si muove, li spenderemo noi: serviranno per finanziare una cooperativa. Almeno verrà dato un po' di decoro. Sant'Elia ha bisogno di impegno, non può passare tutto questo tempo». (m.r.)

25/08/2009