Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'ex rione-ghetto diventa zona franca urbana

Fonte: L'Unione Sarda
25 agosto 2009

Chi aprirà una nuova attività per cinque anni non pagherà Irap, Ici e versamenti previdenziali

Con tre milioni al via le procedure per attirare investimenti a Sant'Elia

Entro dicembre il Comune dovrà inviare al ministero dello Sviluppo economico una relazione sull'utilizzo delle risorse finanziare.
Due milioni di euro dallo Stato per coprire gli sgravi fiscali, un altro milione dal Comune, per sostenere le nuove attività: la zona franca urbana di Sant'Elia sarà realtà entro la fine dell'anno. Il riconoscimento del Cipe è arrivato a maggio - una delibera di sette pagine dove vengono individuati i confini di 22 aree in altrettante città italiane - e stabilisce che entro dicembre il Municipio dovrà inviare al ministero dello Sviluppo economico una relazione sull'utilizzo delle risorse finanziare.
LE PROCEDURE «A settembre pubblicheremo i primi bandi», annuncia la dirigente comunale Ada Lai, «per il finanziamento delle nuove attività imprenditoriali: nelle pieghe del bilancio abbiamo trovato un milione di euro, che potrebbero essere utilizzati con la formula del “de minimis”. Il resto, magari i fondi necessari per le infrastrutture, potrebbe arrivare dalla Regione: a settembre verranno convocate delle riunioni con tutte le istituzioni interessate».
GLI IMPRENDITORI Chi sceglierà di investire a Sant'Elia potrà contare per cinque anni sull'esenzione totale delle imposte sui redditi, Irap e Ici, e l'esonero totale dai versamenti previdenziali. E a beneficiare delle agevolazioni saranno anche alcune strade esterne al borgo: l'elenco comprende viale Poetto, via dei Tritoni e via Tramontana, ad esempio. Cosa cambierà in un quartiere dove il tasso di disoccupazione supera il 30 per cento e quasi la metà delle donne (44 per cento) non ha un lavoro? «Sant'Elia potrebbe diventare un lungomare attrezzato, con piccoli ristoranti dove si può mangiare il pesce. Ma le agevolazioni riguarderanno tante altre attività. E il futuro del rione sarà legato a quello di Calamosca, che con il completamento delle dismissioni delle cubature militari potrebbe trasformarsi in un distretto del divertimento, che manca alla città».
IL FUTURO Massimiliano Tavolacci, presidente della commissione comunale all'urbanistica, parla del possibile arrivo di «piccole attività, non certo interventi grandiosi». E vorrebbe programmare la nuova zona franca con un occhio al porticciolo, già finanziato e progettato, ma ancora lontano nei fatti: «Penso alla ristorazione e anche al mercatino, che ha già una tradizione consolidata. La zona franca potrebbe sfruttare tutto questo, tenendo in considerazione che prima o poi arriverà il porto dei pescatori. Però è importante che vengano aperte anche attività di servizio, non solo di intrattenimento».
MICHELE RUFFI

25/08/2009