Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Pericolo concreto, liberate le case»

Fonte: L'Unione Sarda
25 agosto 2009

Via Castelfidardo. Ieri mattina il sopralluogo del sindaco e di tre assessori. Oggi conferenza dei servizi in Municipio

Floris: nessun aiuto pubblico fino al giudizio definitivo

Il primo cittadino ha chiarito che il Comune non è in condizione di revocare l'ordinanza: «Il parere del Tribunale è vincolante».
Massima attenzione ai singoli problemi ma sostanziale fermezza nel chiarire che, fino a fatti nuovi, alternative allo sgombero per ora non ce ne sono. Il sindaco Emilio Floris, come assicurato nei giorni scorsi, ieri mattina ha fatto visita ai residenti nelle case a rischio-crollo di via Castelfidardo (ai civici 1B e 3). Parlando con ognuno di loro ha chiarito quella che è la linea del Comune: «L'ordinanza è un atto obbligato, visto che della questione è stata investita la magistratura - ha ricordato - la perizia chiesta dai giudici ha evidenziato concreti rischi di stabilità. E dunque le case vanno liberate quanto prima. Perché il rischio di una tragedia, carte alla mano, è dietro l'angolo». Il riferimento è alle relazioni messe nero su bianco da Mauro Pompei (geologo del Comune), Gaetano Ranieri (ingegnere dell'Università) e Alessandra Boi (perito nominato dal Tribunale).
IL SOPRALLUOGO Accompagnato dagli assessori Raffaele Lorrai (Lavori pubblici), Anselmo Piras (Servizi sociali) e Gianni Giagoni (Pianificazione dei servizi), il sindaco ha poi visitato gli appartamenti nei quali le lesioni statiche sono più evidenti: «Si sono manifestate dapprima sulla facciata, in contemporanea con la voragine creatasi in via Peschiera (con la quale via Castelfidardo fa angolo) e poi nei soffitti e nelle pareti interne», ha racconta Francesca Dore, accompagnando Floris all'interno delle case. Accanto ai residenti anche l'ingegner Nicola Sollai (loro perito di parte), che ha detto che non ci sono segni che facciano presagire un nuovo e imminente assestamento del sottosuolo. «Ragion per cui - ha aggiunto Mauro Ruiu - non dovrebbero esserci difficoltà a concederci una proroga per l'esecutività del provvedimento di sgombero». Soggiorno, cucina, parti comuni, stanze da letto. Floris ha voluto vedere tutto, evidenziando qua e là la presenza di spaccature nell'intonaco, «che testimoniano che c'è una sofferenza di tipo statico. Lo capisco anch'io, che non sono un tecnico».
IL VERTICE Se ne riparlerà questa mattina, al termine della conferenza dei servizi convocata dal sindaco in Municipio: «Oltre ai nostri tecnici, ci saranno quelli di Protezione e Genio civile, di Abbanoa, della Regione e i vigili del fuoco - ha aggiunto il sindaco - ripeto che ormai questa vicenda esula da decisioni di tipo politico ma è prettamente tecnica. In vigenza di un pronunciamento del Tribunale, l'istituzione pubblica non può far altro che assumere e far eseguire provvedimenti che siano a tutela della salute e dell'incolumità pubblica».
NIENTE RISARCIMENTI Porte quasi chiuse anche a un'assistenza di tipo finanziario per una sistemazione alternativa dei residenti che saranno (probabilmente) costretti ad abbandonare le proprie case: «La legge, anche in questo senso, parla chiaro: il Comune può intervenire solo per prestare assistenza a persone indigenti o con un handicap riconosciuto - ha chiarito - le altre devono provvedere da sé». Questo anche perché il Comune ritiene di non avere responsabilità in quanto accaduto: se il problema è quello delle fondamenta che poggiano su un terreno friabile - è il ragionamento dei tecnici - la questione resta in capo ai privati. Perché, una volta ottenuta la concessione a edificare, spetta a loro fare le valutazioni geo-tecniche e costruire in maniera che non ci siano problemi statici. Se, invece, i problemi sono causati dalla perdite idriche, che potrebbero aver contribuito a erodere il sottosuolo, a essere chiamato a risponderne sarebbe la società Abbanoa, proprietaria della rete. «Solo nel caso venisse riconosciuto un concorso che riguardi anche l'alluvione dello scorso ottobre, ci potrebbe essere un risarcimento da parte delle istituzioni pubbliche, all'interno del riconoscimento di danni causati da calamità naturali», ha chiarito ancora Floris. La soluzione, fuori da questioni particolari e personali che verranno analizzate caso per caso, è presto trovata: «Le famiglie che dovranno abbandonare a titolo precauzionale la propria casa dovranno autonomamente trovare un'altra sistemazione - ha concluso il sindaco, prima di salutare uno a uno gli occupanti degli appartamenti - poi, quando l'autorità giudiziaria stabilirà le responsabilità, arriverà il momento degli eventuali risarcimenti».
ANTHONY MURONI

25/08/2009