Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Città aperta, ma ancora ferita»

Fonte: La Nuova Sardegna
24 agosto 2009

DOMENICA, 23 AGOSTO 2009

Pagina 1 - Cagliari

L’estate di Giovanni Lilliu. Il padre degli archeologi vorrebbe più attenzione ai monumenti



Cresce la sensibiltà ambientale, ma restano casi come Tuvixeddu




CAGLIARI. Casteddu nel cuore, si potrebbe dire, ma senza essere di Casteddu. Lui, classe 1914, al secolo Giovanni Lilliu, padre degli archeologi sardi, accademico dei Lincei, ambientalista sin dagli anni Settanta del secolo scorso, si considera un biddunculu diventato cagliaritano. A Barumini, dove ha avuto i natali, Lilliu ha lasciato la grande eredità della città nuragica da lui individuata e scavata. Ma il capoluogo dell’isola è poi diventato il suo centro d’elezione: luogo degli affetti, degli studi, della politica e dell’impegno. Oggi il professore si guarda attorno e vede una Cagliari estiva che cerca di diventare grande, coi turisti per la strada, ma ancora molte ferite non rimarginate. Tra queste «pochi monumenti visitabili così l’anfiteatro romano - afferma - ma il sindaco Emilio Floris ha detto che toglierà il rivestimento ligneo e realizzerà un centro per lo spettacolo altrove. Il primo cittadino si sta dimostrando più disponibile. Io sono stato tra i primi che avevano protestato per quel legno che impedisce di fruire il monumento in modo integrale».
Per lo studioso che ha fondato e diretto, tra le altre cose, la Scuola di specializzazione di studi sardi, Cagliari è oggi molto più aperta di ieri. E non tanto perchè si vedono i turisti per la città, ma perchè sono cambiati i suoi abitanti. «Molti buddinculus come me - spiega il professore - sono venuti ad abitare in città. Nel dopoguerra c’è stata molta immigrazione dal resto della Sardegna verso il capoluogo dell’isola. E questo ha mutato il modo di vivere e reso la città più aperta». Un fatto importante che ha creato un salutare meticciato e così Cagliari è diventata anche «più sensibile ai temi dell’ambiente. Molto più di prima, quando era un centro chiuso e legato a una vecchia economia molto palazzinara».
È recente la sentenza della Corte dei conti che ha condannato al risarcimento politici e tecnici per il ripascimento della spiaggia del Poetto del 2002, che ha cambiato volto al lungomare. «Sì, anche se mi spiace per le persone coinvolte, la decisione della Corte è importante perchè ha recepito un sentire della città che ha sanzionato quel ripascimento». Intanto resta la vicenda di Tuvixeddu... «Anche in questo caso avevo aderito da subito al movimento che voleva che tutto il colle diventasse un grande parco. Ma le cose sono andate diversamente. Spero che almeno una parte resti protetta. Mi spiace per gli scavi che non sono stati fatti e che, probabilmente, non si faranno mai».
In questi ultimi anni la sensibilità generale, anche oltre le divisioni politiche, è cambiata e «qualcosa per l’ambiente e i beni archeologici si inzia a fare: è ancora poco, ma già un inizio - continua Lilliu - bisogna continuare a impegnarsi. Io spero nei giovani e nella loro sensibilità. E ce ne sono molti, che vogliono migliorare questa città e renderla più vivibile per tutti». (roberto paracchini)