Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Laghetto a secco, rischio ambientale

Fonte: L'Unione Sarda
21 agosto 2009

Monte Claro. Fuori uso due pozzi su tre. La poca acqua usata per innaffiare il prato

Se il livello si abbasserà ancora pesci e anatre moriranno

I 3.700 metri cubi di prezioso liquido stanno per finire: la vasca è alimentata da tre pozzi artesiani, ma solo uno è in funzione.
All'appello mancano venti-venticinque centimetri d'acqua: un'assenza che fa intravedere senza fatica il fondo verdognolo del laghetto e riporta in superficie i tubi metallici che alimentano gli zampilli (ovviamente spenti) della fontana. Non è un'esagerazione parlare di emergenza-siccità a Monte Claro: il bacino nel cuore del parco si sta seccando velocemente, i pesci nuotano in pochi centimetri di melma, le anatre ormai trascorrono più tempo all'asciutto, sull'erba, che nel vascone realizzato sotto il colle.
LE CAUSE Un piccolo lago che si sta prosciugando per irrigare il prato e gli alberi: «Utilizziamo l'acqua del bacino per innaffiare le piante del Parco», spiega Paolo Mureddu, assessore provinciale al Patrimonio. Il problema è che i 3.700 metri cubi di prezioso liquido stanno per finire: la vasca è alimentata da tre pozzi artesiani, ma ora è in funzione solo uno. Che lavora sei-sette ore al giorno, ma non riesce ad assicurare una ricarica adeguata, nonostante ad agosto il tempo di irrigazione sia stato più che dimezzato. Da un'ora a venti minuti.
L'IMPEGNO «Stiamo cercando di tirare avanti fino alla stagione autunnale, quando arriverà la pioggia. Nel frattempo, abbiamo ridotto al minimo l'irrigazione. Ma non possiamo fare altro: se non innaffiamo costantemente il terreno del parco, rischiamo di perdere il prato e gli alberi di Monte Claro. Sarebbe un danno gravissimo». A rischiare, per il momento, sono solo le anatre e i pesci: «Credo che non ci saranno pericoli, salveremo entrambi. Però il verde del Parco è più importante, non possiamo lasciare che si secchi tutto».
POZZI SUFFICIENTI E non sarebbe possibile chiedere un aiuto esterno: il laghetto non è collegato con l'acquedotto della città: «Alimentarlo con l'acqua della rete idrica ci costerebbe una cifra folle. I tre pozzi bastano, anche se ultimamente la portata è calata. Invece, è raddoppiato il verde da curare. Se dovessimo prosciugare completamente il laghetto, faremo arrivare alcune autobotti per riempirlo».
IL PRECEDENTE La stessa vasca che, lo scorso inverno, venne inquinata dalle tossine del botulino. Una contaminazione nata dalla vegetazione, dai residui di cibo che si erano accumulati, dalle feci degli uccelli e (soprattutto) delle tartarughe. Morirono sedici anatre: dopo il lago venne svuotato e bonificato. «Nessun problema legato alla contaminazione: quello è un capitolo chiuso, abbiamo già risanato il bacino», assicura Mureddu. (m.r.)

21/08/2009